Una Eneide del Pallone, un racconto epico-comico: quinta giornata di campionato
Alla V battaglia Antonio Conte torna nella sua Torino.
Nelle legioni bianconere il nostro eroe ha costruito la sua leggenda.
Le sue numerose vittorie, da gladiatore prima e da grande condottiero dopo, gli hanno assicurato un posto tra gli Dei del giuoco più bello del mondo.
Antonio da Lecce però, dall’alto della sua grande esperienza nei campi di battaglia, lo sa che l’importante è solo vincere e schiera la migliore compagine possibile con il 4-3-3 e i suoi due uomini più valorosi in campo dal primo minuto: Spartaco e lo Scozzese.
È la prima volta che il nostro ero schiera tutti gli undici gladiatori che ha sempre immaginato come i suoi titolari.
E non è un caso che questo avvenga proprio a Torino.
Antonio da Lecce lo sa che, per il popolo partenopeo, la partita con la Juventus ha un significato diverso.
E dalla sua espressione accigliata si capisce che è ha la stessa importanza anche per lui.
I due battaglioni in campo si studiano e non trovano il coraggio di affondare il colpo decisivo.
Quello che è stato presentato come il nuovo messia del calcio, quel Thiago Motta da Sao Bernardo do Campo che aveva stupito la penisola italica con il suo calcio spumeggiante, con la Juventus è ancora imbattuto.
Mister Conte sogna di interrompere questa serie positiva e incita i suoi a gran voce.
Al minuto XXVII, però, la cattiva sorte ricorda a Mister Conte che gli Dei non vanno mai sfidati: Meret il muto è costretto a cedere i guanti di combattimento al più giovane Caprile.
Con il primo infortunio muscolare della stagione, tocca al fido Oriali, iniziare con i riti scaramantici.
Intanto sul campo di battaglia i ritmi sono bassissimi e solo Na-Politano è in grado di impensierire Di Gregorio con una punizione dal limite.
Alla ripresa delle ostilità, il ritmo stenta ancora a decollare.
Le due compagini si fronteggiano facendo attenzione a non scoprire il fronte della porta.
Mister Conte prova a scuotere i suoi con tre cambi: entrano Giovanni da Buenos Aires, Neres e Florolusho che, in attesa di notizie dal mercato, è stato reintegrato in squadra.
Nonostante ciò, la battaglia prosegue senza sussulti soprattutto per i due portieri che concludono l’incontro senza correre nessun pericolo.
Il prode Antonio sa benissimo quanto ci tengano i suoi nuovi tifosi a questa partita ma non è riuscito a incidere più del dovuto.
Secondo la sua filosofia di gioco, però, un pareggio a reti inviolate contro una diretta antagonista – almeno sulla carta – è tutto oro che cola.
Il viaggio epico di Mister Conte prosegue uscendo indenne dallo Stadium.
La rubrica “Le gesta di Mister Conte” è a cura di Gianluca Papadia
[…] dal pantano del decimo posto, salì glorioso
fino ai fasti d’un tricolore sudato,
guidando dieci prodi e un portiere mezzo zoppo,
tra VAR infami e arbitri ciechi,
contro il fato, le squalifiche e i molteplici infortuni.