Una Eneide del Pallone, un racconto epico-comico: decima giornata di campionato
Milano è una tappa importantissima per il proseguo di questo viaggio che man mano sta diventando sempre più epico.
I partenopei sfidano il Milan, bestia nera degli ultimi anni.
Mister Conte deve rinunciare ancora al regista slovacco ma Billy Clifford Gilmour da Ardrossan non lo sta facendo affatto rimpiangere.
La forza di un condottiero sta nel fatto di coinvolgere tutti i componenti della rosa e lo scozzese meno famoso del Napoli sta ripagando alla grande la fiducia del mister.
Antonio da Lecce li vuole tutti sul pezzo e dopo soli V minuti Spartaco spacca la difesa con un’azione delle sue.
Sul passaggio filtrante dell’Anguilla nera, il gigante belga, lascia sul posto i difensori e trafigge il portiere avversario.
Con il vantaggio acquisito la battaglia si sposta sul piano fisico e gli undici gladiatori partenopei si oppongono con forza alla compagine milanese.
Dopo aver subito diversi attacchi alla porta di Meret, sale in cattedra il genio georgiano.
Il numero LXXVII si libera di due avversari e fa partire un tiro potente che non lascia scampo al portiere milanese.
Al minuto XLIII il Napoli arrotonda il risultato e torna negli apogei con il doppio vantaggio.
Al suo arrivo a Partenope, Mister Conte era stato chiaro: solo Victor X sarà sacrificato sull’altare del bilancio, tutti gli altri dovranno immolarsi per la causa.
Ci erano voluti solo pochi minuti per riportare sulla giusta via il Capitano e l’Anguilla nera.
Col il genio georgiano, invece, il percorso di riabilitazione era stato più impervio.
La sublime giocata di Lecce indica che il processo di redenzione del numero LXXVII è quasi completato.
A volte basta poco per riaccendere un sogno.
Lo sa bene Alvaro Borja Morata Marin da Madrid che all’inizio della seconda parte delle ostilità sfrutta nel migliore dei modi un cross di un suo compagno e trafigge Meret.
L’Arbiter Auxiliaris Visus volgarmente noto come VAR, per fortuna dei partenopei, annulla per fuorigioco.
Il sogno di Partenope può continuare.
Il fato sembra benevolo per i gladiatori di Mister Conte e l’armata rossonera non riesce a trovare il gol.
La compagine azzurra resite agli assalti degli avversari e in più di un’occasione sfrutta l’arma più micidiale delle squadre contiane.
Quelle famose ripartenze che mettono tanta paura a tutti i propri nemici.
Si soffre e si vince tutti insieme.
Non esiste gloria per i singoli ma solo la forza di un gruppo forgiata da un grande condottiero.
I tifosi partenopei tornano a cantare assaporando l’ebrezza conosciuta due anni prima.
Chi vuole lo scudetto dovrà fare i conti con questa orda di soldati che ha ritrovato la fame perduta.
Il viaggio epico di Mister Conte è ancora lungo ma da Milano arriva un altro grande segnale.
La rubrica “Le gesta di Mister Conte” è a cura di Gianluca Papadia
[…] dal pantano del decimo posto, salì glorioso
fino ai fasti d’un tricolore sudato,
guidando dieci prodi e un portiere mezzo zoppo,
tra VAR infami e arbitri ciechi,
contro il fato, le squalifiche e i molteplici infortuni.