Una Eneide del Pallone, un racconto epico-comico: seconda giornata di campionato
Dopo la disfatta di Verona, Mister Conte chiama a raccolta i tifosi nell’arena partenopea dedicata al Dio più grande dell’Olimpo.
C’è da sconfiggere la brigata felsinea di Mister Italiano.
Buongiorno si riprende il posto da titolare e la differenza con il Gesù di Belo Horizonte, a lungo andare, si vedrà tutta.
In attesa di buone notizie dal mercato, il nostro eroe schiera ancora il 3-4-2-1 ma con il piccolo Raspadorius al posto di Giovanni da Buenos Aires.
È proprio il furetto di Bentivoglio a divorarsi un gol all’inizio della battaglia.
“Undici leoni” chiedono i tifosi dagli spalti e i gladiatori partenopei, prendono l’invito alla lettera.
Nonostante la superiorità territoriale e i numerosi tentativi verso la porta avversaria, i partenopei ci mettono XLII minuti per sfiorare il gol.
Questa volta è il genio georgiano a colpire la traversa con un gran colpo di testa su cross del sempre ispirato na-Politano.
Ancora un altro legno: non proprio un ottimo segnale.
La porta del Bologna sembra stregata e così, il fido Oriali, canticchiando “Una vita da medianus” del menestrello Ligabue, cerca di esorcizzare la cattiva sorte.
Al minuto XLVII il Capitano scambia velocemente con Kvara e insacca il gol che sblocca finalmente la partita.
La cattiva sorte sembra finalmente sconfitta.
Il Capitano ringrazia il Georgiano dell’assist geniale e corre sotto la curva per sotterrare definitivamente l’ascia di guerra.
È l’inizio di un nuovo patto tra i giocatori e la tifoseria.
Il Napoli sembra guarito e il primo gol dell’epopea Contiana è davvero di ottima fattura.
I tifosi incitano senza sosta: l’Arena partenopea è una bolgia.
Sulle ali dell’entusiasmo gli uomini di Mister Conte chiudono gli avversari nella loro area.
Al minuto LXXV sale ancora in cattedra il genio georgiano: lascia sul posto il suo marcatore e fa partire un missile che, complice una deviazione di Beukema, non lascia scampo al portiere bolognese.
Il Napoli raddoppia e il prode Kvara sembra tornato a splendere come nell’anno del terzo scudo.
I tifosi sulle gradinate se ne accorgono e, per l’occasione, sfoggiano un nuovo coro.
In memoria di Salvatore Toto Cutugno di Fosdinovo intonano “Sono un napoletano, un napoletano vero”.
Dal minuto LXXVII Antonio da Lecce si ricorda di avere altre fecce al suo arco e butta nella mischia nuovi gladiatori.
Tra i nuovi innesti, quello che brilla di più è David Neres Campos da San Paolo che inizia a farsi conoscere dai suoi tifosi con giocate davvero sublimi.
Con una di queste serve un pallone al liberissimo Giovanni da Buenos Aires che non deve fare altro che insaccare il terzo gol.
Il Napoli vince e convince, riscattando così la pessima figura di Verona.
Il viaggio epico di Mister Conte riparte subito di slancio.
La rubrica “Le gesta di Mister Conte” è a cura di Gianluca Papadia
[…] dal pantano del decimo posto, salì glorioso
fino ai fasti d’un tricolore sudato,
guidando dieci prodi e un portiere mezzo zoppo,
tra VAR infami e arbitri ciechi,
contro il fato, le squalifiche e i molteplici infortuni.