Una storia di passione e arte nella Napoli del Seicento
“Le spine del Rosa”, il nuovo romanzo di Daniela Marra presto disponibile in tutte le librerie italiane. Dal 7 novembre sarà possibile leggere una storia di passione
e d’arte nella Napoli del Seicento con il romanzo di Daniela Marra ispirato all’avventurosa vita del pittore Salvator Rosa, pubblicato da Colonnese Editore.
Nel cuore del Seicento, un giovane orfano cresce in un’epoca segnata da violenze e tumulti, e il suo talento per la pittura lo porta ben presto a sfidare le rigide convenzioni artistiche del tempo. Ribelle e intraprendente, Salvator Rosa frequenta le botteghe di grandi maestri come lo Spagnoletto e Aniello Falcone. Tra amori intensi, intrighi, alleanze e perdite, la sua vita è scandita da conflitti e ambiguità, che si riflettono nelle opere in cui esplora bellezza e dolore del mondo.
Quando si sgretola il legame con Napoli, parte alla ricerca di un altro posto che possa comprendere la sua visione. Negli ultimi giorni, malato e costretto a letto, rivive i momenti più
intensi della sua vita; di cui traccerà poi un intimo e tormentato ritratto suo figlio Augusto in una serie di lettere. In un clima di perenne instabilità, tra censura ecclesiastica e cinismo dei potenti, Salvator Rosa non è solo un artista inquieto, ma un uomo in lotta con le convenzioni del secolo che tentano di soffocarlo.
Daniela Marra, antropologa specializzata in museografia (collabora con il “Centro Caprense Ignazio Cerio”), si occupa principalmente di ricerca e di critica artistica. Ha scritto per la rivista danese “Il Ponte”, “Pressnews” e “Italiaore24”. Autrice per il cinema, è stata direttrice artistica di videoproduzioni di performance artistiche. Curatrice di diverse esposizioni italiane e internazionali, sostiene attivamente l’interscambio tra arte, storia e letteratura (collabora con “Ischia Film & Art Festival Luchino Visconti”). Tra i suoi scritti per il teatro, il musical Donne, Madonne e Lazzare. Alcuni suoi testi compaiono in varie antologie, ha curato i volumi Domenico Sepe. La materia e l’eterno (2021) e Giacomo Mancini. La scultura di Domenico Sepe (2023).










