Presso la Certosa di San Martino fino al 19 aprile
Nei suggestivi spazi delle celle dei monaci nella Certosa di San Martino sarà possibile visitare, sino al 19 aprile 2025 la mostra “Didier Barra e l’immagine di Napoli nel primo Seicento“. L’esposizione vuole ricostruire la figura del primo grande vedutista attivo in città nel XVII secolo e distinguere le sue opere da quelle dell’amico, conterraneo e collega Francois de Nomè. I due pittori lorenesi sono stati protagonisti nei secoli di un singolare equivoco: Bernardo De Dominici nelle sue “Vite” riunisce le opere di entrambe sotto il nome di Didier e gli studi otto – novecenteschi hanno addirittura fuso entrambi in una unica figura, il fantomatico Monsù Desiderio. La mostra attuale, non enorme ma preziosissima per la qualità delle opere esposte, vuole una volta per tutte separare e differenziare i due meravigliosi artisti nativi di Metz, attribuendo a Didier le meravigliose vedute a volo d’uccello sia di Napoli che dei Campi Flegrei, a Francois le folli ed ardite prospettive architettoniche.
Sono esposte Verdute dagli anni ’30 ai ’50 del 1600, eseguite a cavallo dei due grandi avvenimenti del secolo, l’eruzione del Vesuvio del 1631 e la peste del 1656, che dialogano con la spettacolare Pianta Baratta del 1627 – 1929, che ricostruisce nel dettaglio la fisionomia urbanistica della napoli secentesca e dal quale indubbiamente Didier attinge. Dalle chiese napoletane provengono anche due tele che segnalano quindi una interessante collaborazione con i pittori partenopei: dall’Arciconfratenita della Trinità dei Pellegrini proviene il San Gennaro protegge Napoli, dipinto con Onofrio Palumbo e sempre Didier, ma stavolta con un artista non ancora individuato, esegue un bel San Gennaro protegge la città di Napoli dall’eruzione del Vesuvio del 1631. Entrambe le tele hanno delle caratteristiche in comune, la presenza di San Gennaro, il campione della fede e protettore per eccellenza della Città, e queste incredibili vedute aeree che sorprendono per la ricchezza dei dettagli.
Dialogano con le opere del Barra e del de Nomè anche alcuni quadri della collezione permanente della Certosa di San Martino, dedicati alle vedute cittadine con scorci di Piazza San Domenico Maggiore o Largo di Palazzo, e altri che ricordano l’altro grande evento che ha caratterizzato la Napoli del Seicento, la rivoluzione di Masaniello del 1647
DIDIER BARRA E L’IMMAGINE DI NAPOLI NEL PRIMO SEICENTO
presso la Certosa di San Martino. L’accesso all’esposizione è compreso nel biglietto di ingresso.