Convegno per il primo centenario della sua scomparsa
“Una vita per il teatro”: un tuffo nel passato per scoprire e ricordare il genio di Eduardo Scarpetta. In occasione del primo centenario della scomparsa di Eduardo Scarpetta, l’Associazione Amici degli Archivi, in collaborazione con Cinema Fiction, ha voluto dedicare due giornate di studio e riflessione a un protagonista assoluto del teatro moderno.
Il convegno, intitolato “Una vita per il teatro moderno – Eduardo Scarpetta (1853–1925)”, si svolgerà il 12 e il 13 dicembre nella suggestiva cornice della Chiesa di San Bartolomeo, luogo di storia e memoria cittadina che offrirà un contesto particolarmente significativo per ripercorrere la vita e l’opera del grande commediografo napoletano. L’incontro si aprirà con un’introduzione dedicata alla storia della Chiesa di San Bartolomeo, così da offrire una prima contestualizzazione del luogo che accoglie l’iniziativa. Seguirà la presentazione della mostra dedicata a Scarpetta e alla sua concezione della comicità, attraverso materiali e documenti che ne illustrano il percorso artistico e l’evoluzione del suo teatro. Successivamente verrà proposto un excursus sul teatro napoletano, con un esaustivo quadro degli elementi che lo caratterizzano e del contesto culturale in cui l’opera di Scarpetta si è sviluppata. A questo intervento farà seguito un ritratto essenziale dell’autore, volto a evidenziare alcuni aspetti significativi della sua personalità e del suo contributo al rinnovamento della scena moderna. La mattinata si concluderà con una riflessione sulla dialettica tra Felice Sciosciammocca e Pulcinella, due figure emblematiche attraverso le quali è possibile cogliere continuità, trasformazioni e contrasti del teatro napoletano.
Viene proposto un percorso attraverso oltre due secoli di storia del teatro napoletano, un itinerario che dall’Arcadia del Settecento conduce fino al Novecento, attraversando maschere, trasformazioni artistiche, vicende giudiziarie e permanenze della tradizione popolare. Le quattro teche esposte illustrano la formazione e l’evoluzione di un linguaggio scenico che, proprio a Napoli, ha trovato uno dei suoi luoghi di origine più fertili e riconoscibili.










