Dopo il Teatro Grande, anche l’Anfiteatro di Pompei diviene oggetto di progettazione a lungo termine per organizzare spettacoli all’aperto. Tra pochissimi giorni il Teatro Grande risuonerà sulle note della Bohème e intanto già si fissano gli obbiettivi per altri ambiziosi progetti.
La Fondazione Carnovale e l’Associazione Sviluppo Sinfonico hanno sottoscritto una convenzione con la Soprintendenza Speciale ai Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, per mezzo della quale l’organizzazione degli spettacoli all’interno del Teatro Grande sono stati affidati per i prossimi quattro anni. In cambio i due enti privati si impegnano a svolgere uno studio di fattibilità sull’Anfiteatro pompeiano che ne verifichi l’agibilità, la possibilità di utilizzo da parte di un grande numero di utenza, almeno 20mila posti, svolto rigorosamente a loro spese. L’intenzione è organizzare stagioni concertistiche di rilievo internazionale con artisti di richiamo internazionale.
È stata data già disponibilità a realizzare lo studio di fattibilità per l’Anfiteatro pompeiano dall’architetto Paolo Portoghesi, collaboratore della Fondazione Carnovale guidata dal professore Giovanni Maria Carnovale.
Alla riuscita dell’obbiettivo stanno contribuendo il ministro Dario Franceschini, il sindaco di Pompei Nando Uliano, l’assessore regionale al Turismo Pasquale Sommese, la Soprintendenza di Pompei diretta da Massimo Osanna, che come afferma Carnovale “è stato tra i primi in Italia a dimostrare che tutela, valorizzazione e promozione dei beni culturali si possono coniugare perfettamente”.
L’anfiteatro pompeiano è tra i più antichi e meglio conservati e accoglieva oltre 20.000 spettatori. L’edificio era destinato ai combattimenti tra gladiatori, come quello famosissimo tra pompeiani e nocerini del 59 d.C. che scatenarono una violenta rissa che provocò la squalifica del campo per dieci anni.