Venerdì 9 e domenica 11 marzo 2018, in programma due visite guidate organizzate da #Partenopiamo attraverso i luoghi insoliti e nascosti della città di Napoli.
Antignano e Piazza Dante: metro per metro, mercato per mercato
Qual è l’origine del termine “Antignano”? Dove avvenne per la prima volta il miracolo di San Gennaro?
Venerdì 9 marzo 2018 appuntamento alle 17:45 fuori la Basilica di San Gennaro ad Antignano, il piccolo borgo situato tra l’Arenella e il Vomero dove, alla fine del 1400 Gianni Pontano, poeta e ministro di Ferrante I e di Alfonso II d’Aragona, fece costruire lì la sua “casa di campagna” per dedicarsi allo studio e alle letture e riunire, nei famosi giardini, le sue amicizie accademiche.
Al giorno d’oggi Largo Antignano la mattina fa da sfondo a un coloratissimo mercato napoletano, mentre la sera si anima di tanti localini dove si possono gustare spritz, taralli e altre specialità culinarie e le pescherie diventano piccoli ristoranti.
Il percorso della visita si snoda verso la metropolitana di Quattro Giornate, dedicata alle giornate della Resistenza a Napoli nel corso della seconda guerra mondiale. La stazione fa parte del circuito delle stazioni dell’arte e fu realizzata dall’architetto Domenico Orlacchio nel 2001. Da qui si prenderà il treno per scendere alla fermata Dante, anch’essa stazione dell’arte, inaugurata il 27 marzo 2002, grazie all’ingegno di numerosi artisti quali Gae Aulenti, Pistoletto, De Maria, Kounellis, Kosuth e Alfano. La visita guidata terminerà in Piazza Dante, l’antico “Largo Mercatello”.
Il biglietto della metropolitana è a carico dei singoli partecipanti. La prenotazione è obbligatoria.
Pizzofalcone e Rampe Lamont Young
Appuntamento alle ore 11.00 in Piazza del Plebiscito, all’angolo con Piazza Trieste e Trento (a lato del Palazzo Reale). Da qui si salirà via Gennaro Serra, fino a raggiungere Piazza Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone. Dopo una breve visita della basilica (se aperta), si prosegue per via Monte di Dio. Ci troviamo sulla collina di Pizzofalcone, chiamata così perché Carlo I d’Angiò vi fece costruire una falconiera per la “real caccia dei falconi”. La collina è stata protagonista, però, di moltissimi altri episodi della storia di Napoli: le origini di Partenope, o Palepolis, nell’VIII secolo a. C.; la fondazione della Chiesa di Montedidio, con annesso convento, in epoca vicereale; e la rivoluzione partenopea nel 1799, che causò, tra le tante morti, anche quella del nobile Gennaro Serra di Cassano, il cui palazzo si trova proprio su via Monte di Dio. Il percorso procede fino alla cima del Monte Echia, custode di un ninfeo di epoca romana e scenario della serie “I bastardi di Pizzofalcone”, con il commissario Lojacono, nonché di uno splendido panorama, purtroppo in parte danneggiato dalle costruzioni successive alla “colmata di Santa Lucia”.
Punto focale delle rampe che scendono dal Monte Echia a Via Chiatamone è Villa Ebe, ultima dimora di Lamont Young, architetto visionario vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900 dalla storia travagliata. Dopo aver sceso le rampe fino a via Chiatamone, dove da una vecchia fontana sgorgava la cosiddetta “acqua suffregna”, il percorso si concluderà davanti al Castel dell’Ovo, insieme alle tante leggende che ne accrescono la bellezza.
La prenotazione è obbligatoria.
Entrambi gli itinerari sono a cura di Erika Chiappinelli, guida turistica abilitata della Regione Campania.