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Home Cultura

Castel Sant’Elmo celebra l’architetto Ezio De Felice

Antonio Sorrentino di Antonio Sorrentino
10/06/2025
in Cultura
Tempo di lettura: 4 minuti

Fino al 6 giugno la mostra presso la suggestiva Chiesa di Sant’Erasmo

Dal 6 giugno al 6 luglio 2025 presso la suggestiva Chiesa di Sant’Erasmo a Castel Sant’Elmo sarà possibile visitare la mostra “Ezio De Felice. Oltre l’architetto”, un omaggio al grande artista ed architetto napoletano. L’iniziativa festeggia il ventennale della Fondazione Ezio De Felice, nata nel 2005 con sede nel bellissimo Palazzo Donn’Anna con l’obiettivo di valorizzare l’eredità culturale e progettuale del De Felice.

Nata dalla collaborazione tra i Musei Nazionali del Vomero, diretti da Luigi Gallo e la Fondazione, presieduta da Marina Colonna, l’esposizione è a cura di Claudia Borrelli, Roberto Fedele e Antonietta Manco e vuole celebrare una delle personalità più complesse e visionarie della cultura del Novecento.

Architetto, museografo, artista, collezionista, Ezio De Felice viaggia nei territori dell’arte ed esplora il mondo sperimentando. La cappella, costruita dopo il 1587 in sostituzione di un precedente luogo di culto raso al suolo durante una esplosione causata da un fulmine che colpì una polveriera, presenta un magnifico pavimento maiolicato e conserva ancora la decorazione artistica cinque-secentesca: l’altare in marmi policromi ospita una statua del titolare, Sant’Erasmo, mentre alle pareti troviamo pregevoli dipinti tra cui un monumentale San Michele che abbatte gli angeli ribelli, opera giovanile di Luca Giordano. Il percorso espositivo inizia proprio da qui, dove su quattro tavoli, usati dall’architetto come piani di lavoro, troviamo una serie di opere di varia natura che ci restituiscono appieno la poliedricità di questo artista a tutto tondo.

Nel primo tavolo troviamo una serie di disegni a matita che ci riportano agli anni della Guerra, sono volti che escono dal buio, sono uomini che, stipati nei rifugi antiaerei, nelle grotte del Chiatamone, oppure tornati completamente cambiati dai campi di battaglia, raccontano gli orrori e le tragedie dei quali l’uomo, l’animale razionale che dovrebbe solo inseguire la bellezza e la pace, è in grado di compiere. Nel secondo tavolo è invece la serie dei “Monotipi” nella quale egli mostra tutto il suo estro creativo rivolgendo la sua attenzione alle avanguardie. Recupera ingranaggi, rotelle e pezzi meccanici, li inchiostra per creare opere d’arte uniche. Nel terzo tavolo invece abbiamo prova della sua grande maestria anche nell’arte orafa. Sono infatti esposti una serie di progetti per gioielli nati dallo studio all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Era usanza di Ezio De Felice raccogliere ciondoli ammaccati, orecchini spaiati, pietre scheggiate e rimontarle insieme a gemme di valore, in una sorta di riciclo creativo per dare nuova vita e dignità a quelle che venivano considerate pietre reiette, di nessun valore. Oggi questi gioielli sono nelle mani dei suoi eredi, così come aveva indicato nel suo testamento, A noi rimangono solo i progetti, gli schizzi e le dettagliate fotografie. L’ultimo tavolo è dedicato all’attività di poeta ed illustratore, brevi componimenti poetici sono da lui minuziosamente decorati con piccoli animali, con una particolare predilezione per gli insetti, che studia da trattati ottocenteschi di entomologia. Fu anche affascinato dal Vesuvio e scrisse un sonetto dedicato alla montagna. dove i versi sono contenuti all’interno del magma che esce fuori dall’eruzione.

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In sagrestia sono invece esposti una serie di dipinti. Ezio De Felice frequentava le lezioni di Emilio Notte all’Accademia di Belle Arti di Napoli e si era occupato anche del riallestimento di alcuni dei più importanti Musei campani: la Certosa di San Martino nel 1948, la Reggia di Capodimonte nel 1957, il Museo Archeologico di Paestum nel 1960, Il Museo Archeologico Naizonale di Napoli nel 1961, senza contare gli interventi in tutta Italia di restauro e riqualifica di luoghi storici. Era quindi a stretto contatto col mondo dell’arte ed i suoi quadri, di altissimo livello, non vanno certamente considerate delle opere amatoriali, ma il frutto di un accurato lavoro di assimilazione, ricerca e creazione da parte di una delle menti napoletane più geniali del secolo scorso. 

La bella retrospettiva è nata anche in occasione di un regalo: la Fondazione ha deciso di donare un’opera di Ezio De Felice al Museo del 900, ospitato in alcune sale di Castel Sant’Elmo. “Senza Titolo” è un olio su tela del 1948 che documenta l’adesione dell’Artista alla pittura astratta, in una Napoli del dopoguerra ancora segnata dalle ferite del conflitto ma già animata da un vivo fermento culturale. La partitura del dipinto, con queste lunghe e grandi linee ordinate, risente del suo essere architetto e del cercare una intima geometria nelle cose, l’ordine nel caos che imperversava in quegli anni.

Accompagna la Mostra il catalogo edito da Artem che si apre con la presentazione di Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, e raccoglie le introduzioni di Luana Toniolo, Direttrice ad interim Direzione regionale Musei nazionali Campania, Luigi Gallo, Direttore ad interim dei Musei nazionali del Vomero, Antonietta Manco, Funzionario referente Ufficio tecnico Direzione regionale Musei nazionali Campania, e Marina Colonna, Presidente Fondazione Ezio De Felice. A seguire, i testi critici di Angela Tecce Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Claudia Borrelli, Funzionario referente Castel Sant’Elmo-museo Novecento a Napoli, e Roberto Fedele della Fondazione Ezio De Felice.

“Ezio De Felice. Oltre l’architetto”
6 giugno – 6 luglio 2025

Castel Sant’Elmo, Chiesa di Sant’Erasmo
Via Tito Angelini 22, Napoli
Orari: tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso alle 16:00)
Ingresso incluso nel biglietto di Castel Sant’Elmo.

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