A Pozzuoli sono anni che prima di andare a dormire mettiamo quattro zaini davanti alla porta d’ingresso.
Sì, lo so che quella è l’unica via di fuga e sarebbe meglio lasciarla libera ma, dopo mesi e mesi di prove pratiche sul campo, abbiamo deciso che quella è la posizione migliore.
In molte occasioni abbiamo perso troppo tempo a cercarli e il tempo è davvero poco quando cerchi di scappare da una casa in cui ti crollano gli armadi addosso.
Così ogni sera, mentre ceniamo, discutiamo serenamente sul contenuto di quei quattro zaini.
È un modo per esorcizzare la paura che al tramonto assale tutta la popolazione dei Campi Flegrei.
Dopo due anni, durante i quali abbiamo più volte cambiato i componenti del kit ideale, abbiamo finalmente trovato la formula giusta: 4 felpe, 4 pigiami, 4 plaid, 4 spazzolini, 1 dentifricio, una scatola di caffè e la moka, quella non deve mai mancare.
I documenti di identità trovano posto nelle mie mutande: mia moglie ha cucito un’apposita tasca interna in tutti i miei boxer.
Questa pratica mi ha procurato una violenta irritazione da strofinamento ma con un’applicazione mattutina di pasta FISSAN, tutto è tornato alla normalità.
I contanti, invece, sono gelosamente custoditi nel reggiseno di mia moglie e, prima di mettermi a letto, indosso un marsupio “Medici senza frontiere” con tutti i medicinali di prima necessità.
La presenza del marsupio, che mi obbliga a dormire in posizione supina, ha causato un peggioramento dell’infiammazione cronica cervicale ma con una bustina mattutina di OKI, riesco tranquillamente a sopportare pure quella.
Se non mi uccide il bradisismo, ci penserà l’abuso di farmaci.
Stasera la discussione su cosa mettere negli zaini di salvataggio si riaccende perché un genio della commissione europea per gli aiuti umanitari si è permesso di suggerire un kit di sopravvivenza in caso di guerra.
«Vorrei far notare a questi politici della UE che noi il kit lo abbiamo già pronto da due anni. Oltre agli zaini, in auto c’è sempre una cassa d’acqua, una torcia elettrica, un paio di power bank sempre carichi e occhiali da vista di riserva per tutta la famiglia» sbotto appena mia figlia finisce di leggere la lista.
Ometto di aggiungere che in auto ci sono anche le scarpe di mia moglie. Lei ha un paio per ogni occasione e per l’eventuale evacuazione ha scelto una decina di modelli.
«Papi hai visto che c’è pure un mazzo di carte?» mi fa notare mia figlia.
«Sì, amore mio ma una cosa è trovare un posto per un gioco così piccolo e un’altra e portarsi a presso 72 LOL. Quelle bambole saranno pure piccole ma occupano comunque uno spazio grande».
«Se lei porta le LOL io porto i miei dieci album dei calciatori Panini» è pronto a sottolineare mio figlio maggiore.
La discussione sulle cose da salvare in caso di crollo è un nervo scoperto che non siamo ancora riusciti a superare.
La nostra terapista familiare però ci ha dato ottime speranze.
«Un mazzo di carte UNO andrà bene» suggerisce saggiamente mia moglie e tronca la polemica sul nascere.
«Avete visto che avevo ragione sulla radiolina?» provo a vantarmi io.
«Quell’aggeggio vecchissimo con cui senti il telegiornale tutte le mattine?» chiede mio figlio maggiore scatenando l’ilarità di tutti i commensali.
«Era di mio nonno, ci sono troppo affezionato» mi difendo.
«Ed io avevo ragione sulle sigarette e l’accendino» esclama contenta mia moglie.
«Veramente nel kit è previsto solo accendino e fiammiferi ma un’ultima Merit non si nega a nessuno sfollato» pungo.
«Cibo in scatola? Hai capito? Cibo in scatola! L’ultima volta mi hai criticato la scelta del tonno» ribatte mia moglie.
«Avevo semplicemente messo in discussione la scelta di quello naturale, senza olio, tutto qui».
«Avevo solo quello in casa. Noi, siamo tutti a dieta, tranne te. E comunque metti nello zaino qualche merendina perché mangiare ogni notte mozzarella di bufala e cornetto a Nutella ti fanno male».
«È colpa mia se le scosse più forti le fanno solo di notte? A quell’ora sono aperti solo caseifici e bar».
«Ti è salito il colesterolo a 300».
«Lo sai che la paura mi fa venire fame».
«Meglio morire di infarto o di terremoto?»
«A proposito di morire,» taglio corto e mi rivolgo a mia figlia. «Metti un rossetto nello zaino?».
«Papà ma come? Mi hai criticato perché ci ho messo una trousse di trucco completa e adesso mi chiedi un rossetto?»
«Ho cambiato idea. In caso di scossa di magnitudo 5 voglio scrivere un messaggio al capo della Protezione Civile: “Conta anche questo” con una freccia che parte dalla scritta e arriva fino alle mie parti intime».