Non vi è cartolina o brochure che non lo ritragga. E’ la prima immagine della città a presentarsi agli occhi meravigliati delle migliaia di turisti appena sbarcati dalle navi da crociera. E’ lì da secoli a fare bella mostra di sé.
E’ il Maschio Angioino, quel castello medioevale simbolo della città di Napoli. Il possente maniero adagiato su uno dei punti più belli del litorale sembra sornionamente stare a guardia della porta d’accesso alla civiltà partenopea.
Appena prima del ponte levatoio si può ammirare quanto bello sia questo castello e quanta storia fosse passata nelle sue stanze, eventi , personaggi e quanti secoli avessero attraversato quelle mura. Poi l’attenzione viene catturata dalla torre di destra della bellissima facciata. Improvvisamente può sembrare che qualcosa volesse impedirci di guardare. Perché alla prima delle quattro finestre verticali mancavano due vetri. Due piccoli, semplici, innocui, economici vetri la cui assenza procurava una fastidiosa sensazione.
Il gigante appariva come orbo, abbandonato a se stesso. Una situazione da far restare sgomenti e pieni di rabbia, quel vetro è il segno di una spiacevole incuria da parte di chi avrebbe dovuto invece curarne amorevolmente lo stato e il look per la gioia degli occhi e dei ricordi delle migliaia di visitatori.
Una mancanza d’amore per la propria città laddove il grande castello è il simbolo primario della sua nobile storia. Se tutti provassero a soffermarsi sul particolare, credo che sia ha la stessa sensazione. Una ingiustificata disattenzione per una testimonianze storica della nostra grande civiltà.
Riusciranno i nostri eroi della manutenzione del “gigante” a rimettere al più presto al loro posto quei pochi, piccoli, economici, apparentemente insignificanti vetri di quelle antiche finestre?
A cura di Claudio Di Giorgio