Il conto alla rovescia prosegue: la deadline è fissata per il prossimo 30 ottobre quando sarà ufficialmente designata la Capitale Italiana della Cultura per il 2016. Ed Ercolano, unica città campana tra le finaliste, lo scorso martedì 15 settembre ha già fatto recapitare al Mibact il dossier elaborato dalla cabina di regia e nel quale vengono sviscerate tutte le peculiarità e gli obiettivi che la città guidata dal sindaco Ciro Buonajuto vuole raggiungere.
La posta in palio è alta: un milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità.
Un dossier, quello prearato dalla cabina di regia, costituita da Comune, Museo Archeologico Virtuale, Herculaneum Conservation Project, Ente Ville Vesuviane, Unione Industriali di Napoli e da Forum dei Giovani e Pro Loco Herculaneum, che indica quali punti salienti il rilancio del mercato degli abiti usati (Pugliano) con i percorsi di street art, ma anche la nascita di start up di imprese creative, i campi di volontariato internazionali su ambiente e archeologia, le mostre d’arte con un itinerario sul Caravaggio.
Questi sono alcuni dei temi illustrati all’Auditorium Rai di Napoli in una conferenza stampa introdotta dal direttore del Centro Produzione, Francesco Pinto.
La città di Ercolano contende il titolo di capitale ad altre nove finaliste: Aquileia, Como, Mantova, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni ma sembra avere tutte le carte in regola per spuntarla nonostante problemi e criticità.
Ha spiegato il sindaco Ciro Buonajuto: “A noi non interessa ottenere solo il riconoscimento di un milione di euro ma che questa vittoria possa diventare un volano di sviluppo non soltanto per l’economia. Questa occasione deve essere colta dalla comunità e noi dobbiamo creare delle strutture perché possa rimanere la capitale della cultura anche negli anni successivi. Il riconoscimento economico è importante per creare una serie di iniziative che possano far maturare una identità cittadina e l’orgoglio di essere nati in uno dei posti più belli del mondo. Questa è la mia sfida”.
Sul punto anche il direttore generale dell’Unione Industriali di Napoli, Michele Lignola, ha affermato: “la città trova nel valore della cultura il trampolino per poter proiettarsi in avanti in una comunione di intenti, contrapposta all’individualismo, che è la condizione necessaria per costruire”.
Le risorse per vincere la partita ci sono: il Vesuvio, gli scavi archeologici dove è nato il modello virtuoso pubblico-privato tra Soprintendenza e Herculaneum Conservation Project fortemente voluto dal mecenate americano David Packard. E poi le ville vesuviane, il Santuario della Madonna di Pugliano, l’approdo borbonico.