Raccontare al meglio l’autenticità della cucina italiana, una cucina semplice, priva di barocchismi ed eccessi di lavorazione: con questo intento si presenta l’edizione 2018 di Osterie d’Italia, l’indispensabile compagna di viaggio per scoprire la cucina della tradizione regionale firmata Slow Food.
Il Parco delle Sorgenti di Ferrarelle a Riardo, in provincia di Caserta, è stata la location della presentazione ufficiale della 28sima edizione della guida dedicata alla “Comunità di Osterie del Belpaese”.
“Un sussidiario del mangiar bene all’italiana” che quest’anno conta ben 1616 osterie recensite e 176 nuove segnalazioni, la maggior parte delle quali presenta un menù che non supera il costo di 35 euro.
“La ristorazione svolge da sempre un ruolo significativo nella valorizzazione di prodotti e territori. Per questo motivo gli osti segnalati nella guida rappresentano dei veri e propri ambasciatori dei nostri messaggi, con la loro capacità di raccontare ogni più piccola sfumatura del lavoro, facendo emergere la biodiversità delle produzioni, le vocazione territoriali e il rispetto delle tradizioni” – afferma Gaetano Pascale, Presidente Nazionale di Slow Food.
Gli osti che diventano di fatto ambasciatori del territorio, protagonisti di quel ritorno alle origini voluto da Slow Food con una ricerca delle tipicità radicate al territorio. Un principio sposato in pieno da Ferrarelle – l’azienda di acque minerali, partner della guida e padrone di casa della presentazione 2018 – che, per l’occasione ha consegnato il Premio Ferrarelle, ovvero una fornitura di acqua minerale valida per un intero anno, all’Osteria Cian de Bià di Badalucco, in provincia di Imperia, selezionata come migliore novità.
“Ferrarelle ha una vocazione storica legata al mondo della ristorazione. – spiega Michele Pontecorvo Ricciardi, responsabile della comunicazione di Ferrarelle – “Dai primi del ‘900 siamo sulle tavole dei ristoranti italiani e, grazie agli amici di Slow Food, riusciamo a ricordare a chi fa questo meraviglioso mestiere, che è quello degli osti, che anche l’acqua è un prodotto di valori e che va scelta in base alla territorialità, ad un gusto e ad una qualità che non può essere sostituibile con un’altra”.
Tra le Osterie campane premiate anche “La Pignatta” di Guglielmo Ventre, di Ariano Irpino, che si è aggiudicato il vaso serigrafato RCR come osteria che si è distinta per la miglior selezione di birre artigianali.
a cura di Gennaro Carotenuto e Giuseppe Scarica