Campi Flegrei. Operazione Avernum, alla scoperta dei segreti del lago d’Averno

Dal 19 al 23 maggio sarà effettuata la scansione e il monitoraggio ambientali dei fondali

Realizzare un modello morfo-batimetrico dei fondali del lago d’Averno, con questo obiettivo dal 19 al 23 maggio 2021 si terranno le operazioni di scansione dei fondali dello specchio d’acqua dei Campi Flegrei.

Il lago ritenuto in antichità la Porta degli Inferi nei secoli ha continuato ad affascinate tutti, dai viaggiatori del Grand Tour ai letterati di ogni latitudine. Oggi grazie al progetto “Operazione Avernum” i ricercatori entreranno in possesso di una serie di dati scientifici per accrescere la conoscenza sugli aspetti ambientali del lago.

Le operazioni di scansione dei fondali del lago rientrano in un protocollo di intesa siglato tra i partner dell’iniziativa, ovvero il Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei, l’Associazione Vela Latina di Monte di Procida e la Idrosfera s.n.c. e con il Patrocinio morale del Comune di Pozzuoli e del Comune di Monte di Procida.

“È una svolta epocale per la conoscenza di questi antichissimi luoghi – afferma con toni entusiastici il Presidente dell’Ente Parco arch. Francesco Maisto. Per la prima volta nella storia il lago d’Averno, il simbolo più ermetico dei Campi Flegrei, sta per aprire lo scrigno dei suoi ricordi alla comunità scientifica. Non sarà facile strappare al lago i suoi segreti siamo principalmente alla ricerca di elementi che ci consentano di accrescere la nostra conoscenza sugli aspetti ambientali del lago, il quale, lo ricordo, è un’Area Protetta non solo dalla Regione Campania ma anche dalla Comunità Europea, ma non è escluso che dal fango depositatosi nel corso dei secoli possa emergere qualche elemento importante dal punto di vista vulcanologico o storico.”

“Finalmente prende forma un’idea ed un sogno accarezzato da anni dalla nostra associazione – dice Antonio Pugliese, presidente di Vela Latina Monte di Procida – il lago d’Averno ha sempre suscitato un impatto emotivo notevole e continua ad essere uno stimolo dell’immaginazione per chiunque gli si avvicini”.

“Attraverso strumentazione avanzata non invasiva e con l’ausilio di un particolare sonar – conclude Francesco Saggiomo di Idrosfera –  otterremo dei modelli con cui si indagheranno gli strati di sedimento, alla ricerca di “indizi” scientifici sepolti e ben conservati nei fanghi anossici di cui presumibilmente sono composti i primi strati del fondo.”

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