
Secondo la scienza tutto parte dal cervello
A voler ascoltare le più belle canzoni d’amore, o a leggere le poesie più commoventi sull’argomento, sembra che tutta la storia dell’umanità sia d’accordo sul fatto che l’amore nasca dal cuore. Un insieme di sensazioni che parte dal petto e si irradia in tutto il corpo, quasi controllandolo a suo piacimento.
La verità almeno per la scienza (che notoriamente non si è mai prestata molto alla musica o alla poesia), è ben diversa, e la fonte di questo sentimento andrebbe ricercata nel nostro cervello.
Strano a dirsi ma le ricerche sulla chimica dell’amore sono ancora piuttosto acerbe, forse proprio perché questo è sempre stato un tema trattato da musicisti e scrittori, ma le ricerche prodotte negli ultimi decenni concordano su diversi punti. Primo tra tutti, l’importanza che hanno delle cellule chiamate neurotrasmettitori.
Durante l’innamoramento il nostro cervello (nello specifico l’ipotalamo) comincia a produrre quantità particolarmente elevate di dopamina, una sostanza associata a stati di benessere e di euforia, che fa parte della famiglia dei sopracitati neurotrasmettitori. La sensazione che se ne riceve è una vera onda di felicità che ci attraversa completamente, e che dura nel tempo.
La dopamina viene rilasciata durante tutto il periodo in cui siamo innamorati, quindi non solo quando ci troviamo insieme al partner ma anche prima, al solo pensiero di incontrarlo di lì a qualche ora.
La produzione di nuove sostanze non è l’unico cambiamento che avviene dentro di noi; infatti il corpo comincia anche a sopprimerne altre, perché l’aumento di una deve corrispondere all’abbassarsi di un’altra. L’amore è quindi associato ad un innalzamento di dopamina che avviene in concomitanza di una diminuzione della serotonina, altra sostanza regolatrice degli stati d’umore.
Una cosa interessante che gli studi su queste sostanze hanno scoperto, è che un alto livello di dopamina insieme ad un basso livello di serotonina è lo stesso stato in cui si trova il cervello delle persone affette da disturbi ossessivi. L’amore non è forse un’ossessione, un pensiero costante? Visto in questa ottica, lo si potrebbe definire un disturbo. Per certe persone è sicuramente così!
In definitiva, forse anche gli scienziati sarebbero d’accordo nel dire che definire l’amore come un insieme di cambiamenti chimici nel nostro cervello è decisamente riduttivo. Un sentimento che muove il mondo da che gli esseri umani abbiano memoria deve per forza avere dentro di sé un mondo tutto ancora da scoprire. Fatto sta che le ricerche sull’argomento, ancora molto giovani, non accennano a diminuire, e chissà, forse in futuro si saprà qualcosa in più sull’amore e, quindi, su noi stessi.