Lino Musella attraversa Pinter e conquista il pubblico con uno spettacolo contro ingiustizia ed oppressione. La recensione
‘La verità in teatro è sempre elusiva. Trovarla non è quasi mai possibile, ma cercarla è un obbligo. La ricerca è ciò che orienta lo sforzo; la ricerca è il compito.’
Lino Musella la ricerca quella verità e non è di certo la prima volta che lo fa al Teatro San Ferdinando, di cui Tavola tavola, Chiodo chiodo ha costruito la messa in scena, attraversando Eduardo nella sua immensa opera politica.
Lo ha fatto ancora con il suo compagno di scena Paolo Mazzarelli in “Interviste brevi con uomini schifosi”: un cumulo di domande e provocazioni reciproche, in botta e risposta tra due corpi vestiti di nero.
Lo fa ancora una volta, sia l’opera di ricerca che il confronto teso con Mazzarelli, con Pinter Party in scena dall’11 al 21 aprile 2024, con i due ruoli già ben definiti e contrapposti anche nella scelta dei costumi: sono il bianco ed il nero.
Inizia così il primo breve atto unico del debutto di Pinter Party – Il bicchiere della staffa – con un dialogo tra oppresso ed oppressore, tra uomo e Dio, tra boia e torturato. L’indagine psicologica delle dinamiche di potere continua con altri due pezzi del drammaturgo inglese – Il linguaggio della montagna e Party Time– intervallati dalla sua testimonianza del 2005 in occasione del conferimento del Premio Nobel.
Tre atti brevi con tre figure geometriche e proiezioni immaginifiche, distanti da parole taglienti e dialoghi violenti.
Diritti calpestati, ingiustizie manifeste e desiderio (nel diritto) di pace per tutti gli esseri viventi, questi sono i temi che indaga Musella nel viaggio in Pinter, un attraversamento che porta avanti con il carisma della sua presenza e della sua voce insieme ad un corpo perfettamente accordato di attrici ed attori quali Paolo Mazzarelli, Betti Pedrazzi, Totò Onnis, Eva Cambiale, Gennaro Di Biase, Dario Iubatti, Ivana Maione, Dalal Suleiman, Matteo Bugno (in video).
Amore, silenzio, guerra: tutto nasce da uno stimolo emotivo e attraversa le storie, il pubblico e i personaggi. È come assistere contemporaneamente ad una denuncia, una richiesta, una festa ipocrita, una tortura, un assassinio, un grido di speranza, una dichiarata indignazione.
<Le parole di Harold Pinter – scrive Lino Musella – sono parole che si rivolgono alla nostra coscienza, alla nostra sensibilità morale, a quella parte di responsabilità che ci coinvolge negli atti altrui, che lottano, danzano e gridano per affermare, come cantava Victor Hara: “El Derecho de Vivir en Paz”. Il diritto di vivere in pace>.
Fonte foto: Ivan Nocera, Teatro di Napoli
PINTER PARTY
Il bicchiere della staffa
Il linguaggio della montagna
Party Time
E dal discorso pronunciato al conferimento del Premio Nobel
di Harold Pinter, traduzione di Alessandra Serra
regia Lino Musella
con Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Betti Pedrazzi, Totò Onnis, Eva Cambiale, Gennaro Di Biase, Dario Iubatti, Ivana Maione, Dalal Suleiman, in video Matteo Bugno
scene Paola Castrignanò
costumi Aurora Damanti
musiche Luca Canciello
disegno luci Pietro Sperduti
video Matteo Delbò
coreografia Nyko Piscopo
aiuto regia Melissa Di Genova
assistente alla regia volontario Antonio Turco
assistente alla regia tirocinante Federico II Giacomo Sergio Buzzo
direttrice di scena Teresa Cibelli
capomacchinista Fabio Barra
macchinista Nunzio Romano
datore di luci Giuseppe Di Lorenzo
fonico Italo Buonsenso
datrice video Livia Ficara
sarta Daniela Guida
sarta realizzatrice Deanna Bardazzi
foto di scena Ivan Nocera
realizzazione scene Loft Art e Vatiero
noleggio video Delta Music
trasporti e facchinaggio Santa Brigida
si ringrazia Renata Molinari e Leopoldo Guadagno
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 1 ora e 35 minuti (atto unico)