Presepe napoletano: l’arte secolare che incanta il mondo

Il presepe napoletano è un vero e proprio simbolo della cultura partenopea, una tradizione radicata nel cuore degli abitanti del capoluogo e dei campani in generale. Si tratta di una tradizione sacra antichissima, risalente addirittura al XIII secolo, quando il re Carlo d’Angiò decise di allestire il primo dei villaggi natalizi nella cappella del Castel Nuovo. Da quel momento, questa consuetudine si è evoluta, e il presepe è diventato una forma d’arte che onora la Natività e la società moderna, con maestria e raffinatezza. Oggigiorno esistono negozi specializzati proprio nella vendita di questa tipologia di articoli, presso cui è possibile scegliere, accanto a una vasta collezione con villaggio di Natale in movimento, che tanto successo riscontrano tra adulti e bambini, quello perfetto per la propria casa.

La storia del presepe napoletano
Come anticipato, il presepe napoletano ha radici storiche profonde. Originariamente i presepi non erano come oggi, non erano ambientati in villaggi natalizi ed erano decisamente più semplici. La prima menzione di un presepe a Napoli compare in un rogito notarile del 1021, in cui viene espressamente citata la Chiesa di Santa Maria ad presepe. Nel XV secolo si hanno per la prima volta degli scultori di figure, tra questi è possibile citare i fratelli Pietro e Giovanni Alemanno i quali, nel 1470 crearono delle sculture in legno rappresentanti la natività. Poco dopo, Pietro Belverte scolpì proprio a Napoli ben 28 statue per la chiesa di San Domenico Maggiore e per la prima volta il presepe fu ambientato in una grotta formata da vere pietre e arricchito con una taverna. Per vedere le prime statue in terracotta occorre attendere al 1532, ma è nel settecento che il presepe partenopeo visse gli anni d’oro, uscendo dalle chiese ed entrando finalmente nelle case dei nobili di allora. Questi ultimi, infatti, fecero a gara per allestire presepi sempre più particolari e ricercati. Il successo che pian piano ha ricevuto il presepe è confermato anche da Goethe il quale, nel suo Viaggio in Italia del 1787 fece un cenno proprio ai presepi italiani.

I Presepi Napoletani al giorno d’oggi
Come già accennato, ad oggi il presepe napoletano non ha solo un significato religioso, ma è una vivida rappresentazione della società e della cultura partenopea e italiana in generale. Oltre ai tradizionali personaggi della Natività e ai mestieri popolari dell’epoca, il presepe si arricchisce ogni anno di dettagli che riflettono le trasformazioni del tempo, includendo figure che raccontano il presente in veri e propri villaggi natalizi contemporanei. Le botteghe di San Gregorio Armeno, cuore pulsante di questa tradizione, sono luoghi dove i maestri presepisti non solo tramandano tecniche secolari, ma le reinterpretano, creando statuine che ritraggono celebrità, politici, sportivi e personalità di spicco del momento. In poche parole, i presepi di Napoli sono dei veri e propri frammenti di mondo, capaci di raccontare storie che uniscono passato e presente.


I personaggi tradizionali
Nel presepe napoletano, ogni personaggio racchiude significati simbolici, culturali e religiosi, creando una narrazione complessa e affascinante. Ad esempio c’è Benino o Benito, il pastore dormiente, che sogna l’intero presepe, e svegliarlo significherebbe far svanire la scena: un richiamo al fragile equilibrio tra sogno e realtà. Le lavandaie simboleggiano, invece, la purezza di Maria. Pur lavando le fasce del neonato, queste rimangono immacolate (un’allusione alla verginità della Madonna). Altri personaggi rappresentano la fusione di sacro e profano. Il monaco è un elemento dissacrante, mentre la meretrice, simbolo erotico, si contrappone alla purezza di Maria, trovando posto vicino all’osteria. La zingara, con i suoi arnesi di ferro, prefigura il dramma della crocifissione, mentre Cicci Bacco, dio pagano del vino, richiama la tradizione dionisiaca, contrapponendosi all’Eucaristia simboleggiata dal vinaio.

C’è il pescatore, un personaggio che allude al Cristo “pescatore di anime”, e i due compari che incarnano Carnevale e Morte, intrecciando tradizione religiosa e superstizione popolare. Altra figura tradizionale del presepe napoletano è il cacciatore, armato di fucile anche se per l’epoca in cui è ambientato il presepe napoletano, in realtà, può sembrare anacronistico. Questo personaggio simboleggia la morte, ed è posto vicino alla parte alta del fiume. Insieme al pescatore, simboleggia i cicli di vita e di morte, giorno e notte, estate e inverno e le dualità del mondo celeste e di quello dell’Ade. Non è possibile infine non citare i re magi, i quali rappresentano il mondo e il tempo che si fermano per la nascita di Gesù. Sono tre: Baldassarre, Gasparre e Melchiorre e tutti e tre cavalcano un cavallo. Questi tre animali simboleggiano i tre momenti del giorno (notte, alba e mezzogiorno) mentre i magi rappresentano i continenti conosciuti all’epoca.

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