Il mondo del teatro perde un altro dei suo straordinari interpreti. Luca De Filippo è morto oggi pomeriggio nella sua casa romana. Aveva 67 anni, figlio di Eduardo alla cui opera si era sempre dedicato.
Luca aveva interrotto da poco le repliche di “Non ti pago”. Scomparso all’età di 67 anni, dopo breve e grave malattia, aveva appena festeggiato i 60 anni in palcoscenico, essendoci salito la prima volta a sette anni, nel 1955, come Peppeniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta, diretto dal padre, anche se il suo vero debutto avvenne a vent’anni, ne Il figlio di Pulcinella di Eduardo con regia di Gennaro Magliulo, usando lo pseudonimo di Luca Della Porta e iniziando una carriera lunga e intensa.
Nella sua carriera ha firmato anche regie liriche e partecipato a sceneggiati tv, compresi quelli di suo padre, e film, lavorando tra gli altri con la Wertmuller (una volta accanto a Sofia Loren), Squitieri, Castellitto, Muccino. Col padre aveva lavorato dal 1969 al 1980, e poi questi, per altri due, tre anni, firmò le regie dei suoi spettacoli. ”Non ho fantasmi di cui liberarmi – rispondeva a chi lo interrogava sul rapporto col padre – Con Eduardo abbiamo avuto le nostre litigate. Ma averlo avuto accanto è stato un privilegio di cui sono orgoglioso, come lo sono di appartenere a una famiglia che fa teatro da tre generazioni”. Per Luca quello dell’attore era un mestiere ”duro, selettivo, cattivo”, ma questo non lo aveva dissuaso dall’insegnare recitazione ai ”ragazzi del san Ferdinando” come li chiamava, mentre ora aveva appena accettato di dirigere la scuola dello Stabile napoletano. E’ dal 2008 che era presidente della Fondazione Eduardo De Filippo, nata in seguito alla donazione del Teatro San Ferdinando alla città di Napoli da parte della famiglia De Filippo.
Celebre la sua interpretazione di Tommasino in “Natale in Casa Cupiello” ed allora passateci una speranza, che domani mattina alle 9 cercherà di svegliarlo con la promessa del “zuppone” Pupella Maggio e sentierà in lontananza i rimproveri di Eduardo che chiedeva a gran voce che la colazione gli fosse servita in cucina… Del resto il teatro cos’è se non un amore senza fine?