“Questi fantasmi!”, la prima al Teatro Bellini di Napoli

Ci sono quei silenzi che si accumulano per giorni, mesi, addirittura anni, e che sfociano in una mancanza di dialogo cronicizzata dove diventa quasi automatico superare il punto di non ritorno.

Perché spesso per orgoglio, presunzione, o anche per vergogna, ci si chiude a riccio proprio con le persone che si ama di più e, se c’è stato un tempo in cui bastava uno sguardo per capirsi anche senza proferire parola, quello stesso sguardo adesso diventa stanco, distratto o si posa da qualche altra parte.

Parlare, aprirsi, diventa un’impresa titanica. E allora perché non affidare il racconto delle proprie miserie a degli interlocutori sconosciuti, a degli estranei e, perché no, a quei fantasmi che abitano e infestano la nostra mente e che da essa sono alimentati.

In “Questi Fantasmi!”, la celebre commedia di Eduardo De Filippo messa in scena martedì 9 gennaio al Teatro Bellini di Napoli dalla compagnia teatrale Elledieffe – che porta il nome del grande attore e regista Luca De Filippo, scomparso il 27 novembre del 2015 – il dramma dell’incomunicabilità (e non solo) trova un suo compimento.

Per questa commedia in tre atti del 1945, che fa parte della raccolta “Cantata dei giorni dispari”, Eduardo si ispirò a un episodio che aveva coinvolto anni prima il padre, Eduardo Scarpetta, costretto, con la sua famiglia, a lasciare la propria abitazione da un giorno all’altro a causa di problemi economici, per poi trasferirsi in una nuova e spettacolare dimora dall’affitto irrisorio. Il mistero si risolse dopo poco tempo quando la famiglia Scarpetta si rese conto che la casa era frequentata da un “munaciello”.

Pasquale Lojacono (Gianfelice Imparato) è un uomo deluso dalla vita, ha fatto mille lavori senza mai realizzarsi davvero e si sente una nullità soprattutto agli occhi della moglie Maria (Carolina Rosi) che è “la vita sua” ma con la quale, nei cinque anni di matrimonio, si è creato un baratro emozionale che la donna ha colmato con un nuovo amore, un uomo benestante (Massimo De Matteo) che per lei ha lasciato moglie e figli.

La grande casa in via dei Tribunali in cui si sono trasferiti (18 camere e 68 balconi) è stata data loro in comodato d’uso gratuito per via di leggende legate a vari fantasmi – la testa di elefante, il guerriero, la damigella e un nobile spagnolo – che infesterebbero l’appartamento.

Da qui si dipana una commedia degli equivoci che strappa tanti sorrisi – come nelle conversazioni tra Lojacono e il “guardiaporta” (uno strepitoso Nicola Di Pinto) o nel monologo di Armida (Viola Forestiero) – ma lascia, alla fine, un retrogusto amaro che ci pone di fronte al sempre attuale confronto tra l’essere e l’avere, all’eterna diatriba tra l’innamoramento e l’amore, tra la dignità di un individuo e la sua bassezza.

Una prova impegnativa ma ben riuscita anche per Marco Tullio Giordana, che ha utilizzato pochi ma efficaci espedienti per personalizzare la sua regia senza stravolgere il testo originale, come, ad esempio, nello studio del personaggio di Maria che, mentre nel testo di Eduardo rimaneva sospesa nell’indecisione fra l’andare via e il rassegnarsi a restare, decide di fuggire, sola ma finalmente libera.

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Da martedì 9 a domenica 21 gennaio 2018
Orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00, lunedì riposo (mercoledì 10 e sabato 13 ore 17.30)
Biglietti: da 14 euro a 32 euro – botteghino@teatrobellini.it; telefono 081 5499688

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