Emeroteca Tucci: il regno dell’introvabile

Nell’edificio della Posta Centrale di Napoli un autentico scrigno di eccellenze di tutto il mondo

Un palazzone del 1936 in cui sono custoditi oltre 35mila libri, tra lettera, scienza, storia, teatro, diritto e arte, e ben 9mila collezioni raccolte in 200mila volumi di quotidiani, strenne, riviste, almanacchi, periodici, annuari di tutti i paesi del mondo. Stiamo parlando dell’Emeroteca Tucci, sita nell’edificio di architettura fascista della Posta Centrale di Napoli, in piazza Matteotti a due passi da Santa Maria la Nova a Napoli.

Già dall’ingresso si resta inebriati da un profumo, sempre più raro, ma identificabile dopo qualche secondo: quella della carta, degli archivi, dei volumi pesanti, talvolta trasportati su un grosso tavolo. Una realtà quasi inimmaginabile, visto l’avvento prepotente delle tecnologie digitali, ree di aver spopolato man mano i locali della “Tucci”, diretta da Salvatore Maffei. Tuttora non mancano eventi, fiere del libro e presentazioni di libri, ma il conferimento dello status di “monumento di notevole interesse storico” conferitogli il 24 giugno 1999 dal Mibact non è valsa come una riqualificazione.

Ora, appena all’ingresso, ci si dovrebbe spogliare della tecnologia che ormai portiamo ovunque, rendersi irreperibile e indossare i guanti per sfogliare i volumi, talvolta unici al mondo: un archivio aggiornato quotidianamente, nonostante l’invasione di Internet, autentico oracolo per i tesisti universitari, ma anche per giovani leve delle scuole elementari, medie e superiori; anche perché, certe cose in rete non si trovano, a dispetto di chi dice che “navigando” si trova tutto. Specie nelle 9mila collezioni che vengono custodite qui e che raccontano 500 anni di storia – di cui 2mila non esistono altrove in Campania, e 200 non esistono da nessun’altra parte – difficilmente rintracciabile in rete. L’unico modo per fondere le due anime, quella immortale dell’odore della carta e quello lineare di internet, allo scopo di farle coesistere “Pacificamente” sarebbe quella di digitalizzare gli archivi, anche perché chi non vive a Napoli ne potrà usufruire, un giorno, ma soprattutto perché, con l’inesorabile trascorrere del tempo, i giornali si sgretolano nei secoli.

L’unico peccato è che la stessa emeroteca “Tucci” sia, in realtà, poco conosciuta anche dai napoletani: proprio per questo andrebbe riscoperta per riconferirle l’aura di vanto a livello europeo. 

Apertura al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.00.

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