Meta di escursionisti ed amanti dei paesaggi, è il luogo ideale per chi cerca un reale contatto con la natura ed il creato
Il racconto di alcuni luoghi della nostra amata Campania Felix, porta il narratore a confrontarsi con la bellezza esterna di madre natura che ci conduce passo passo paradossalmente ad un viaggio nell’animo nascosto di ognuno di noi. Un luogo ameno che unisce sicuramente il fuori con il dentro dell’essere umano è sicuramente il Monte San Costanzo, nella splendida Massa Lubrense. Da una prospettiva vista mare, è la prima vetta a sud della Penisola Sorrentina e dei Monti Lattari, luogo conosciuto venerato e citato da millenni, oggi meta di escursionisti, di amanti dei paesaggi e per chi cerca un contagio benigno con la bellezza del creato.
Sacro e natura su questa ‘vetta’ hanno portato e conducono tutt’oggi il viandante a muovere passi lenti sull’antico sentiero, fatti di meditazione, sforzo e stupore di chi l’ha raggiunta. Un contagio naturale millenni fa portò i greci ad edificare nelle zone limitrofe di questo monte un tempio dedicato alla Dea Atena tanto da dare al luogo il toponimo di Capo Ateneo. Pochi secoli dopo i romani ripresero il culto ed il tempio dedicandoli ad una dea più ‘Italiana’, Minerva. La storia e gli scritti raccontano che Strabone Geografo dell’antica Roma abbia mosso oltre ai suoi passi lenti da queste parti anche la sua ‘stilus’ per raccontare la venerazione dedicata al Monte Minervino e alla bellezza che lo circonda.
Ci sono pochi luoghi in Penisola e Costiera che danno la percezione di sentirsi mobili e fermi allo stesso tempo a cospetto di tanta bellezza che circonda e ammalia. Per gli abitanti di Termini nella seconda metà del 500, fu facile scegliere il monte chiamato allora Canutario per costruirvi la cappellina che darà nuovo nome natale al luogo, San Costanzo. Se in passato fu facile scegliere la ‘vetta’ del San Costanzo a protezione dell’abitato di Termini, oggigiorno da 5 secoli orsono, é la fede a muovere due volte all’anno sull’antico e faticoso tracciato la processione dedicata al Santo Patrono.
Lo scrittore Norman Douglas né parla come una delle più sentite della Penisola Sorrentina messa in moto da un contagio di fede genuina e naturale. Ed ora tutto fermo tutto immobile, la situazione di staticità del momento ha portato l’azzeramento di essere contagiati ‘naturalmente’ dalla storia, dal culto, dalla bellezza dei luoghi e dei sentimenti in primis, che hanno mosso popoli e singoli individui a fare passi lenti e lungimiranti su luoghi ameni della nostra amata Campania dandole vanto e lustro nei secoli e per sempre.
Fermo perfino il Creato, i sui scenari e la potenza che da essa ne deriva si potrebbe pensare.
Ma non è cosi, perché la natura intesa come la creazione, è stabile, ferma al servigio dell’umanità in maniera magnanima silenziosa, delicata, impetuosa per dare l’opportunità ad ogni individuo di ritrovare in essa il contagio naturale di cui abbiamo bisogno per colmare il nostro animo.
Come raggiungere Monte San Costanzo
È possibile partire direttamente dalla piazzetta di Termini frazione di Massa Lubrense, scendendo lungo Via Campanella per circa 400 metri. Al bivio si imbocca l’antica Via Minerva, da qui inizia il Sentiero Athena, è possibile dunque proseguire fino al Monte San Costanzo. Si consiglia di indossare una scarpa comoda!
a cura di Luca Coppola