Crolla il wedding tourism in Campania: industria delle nozze al palo

Criticità in Costiera Amalfitana. Resta alta la domanda, ma che non può essere soddisfatta al momento

La prolifica industria legata al settore del wedding tourism in Campania è in ginocchio. La pandemia da covid 19 non ha bloccato solo il turismo, ma ha fatto registrare una battuta d’arresto importante anche per l’industria legata al settore matrimoni.

Prima dell’emergenza sanitaria il cosiddetto Wedding Tourism in Italia faceva registrare numeri importanti, nel 2019 ben 1 milione 783 mila presenze generate dall’organizzazione di 9.018 matrimoni di stranieri in Italia, per complessivi 486 milioni di euro di fatturato. Sono i numeri snocciolati dalla ricerca di Jfc per conto dell’Osservatorio Italiano Destination Wedding Tourism.

Nel 2020 ha purtroppo segnato un -87,3% di presenze ed un ancor più significativo -92,7% di fatturato rispetto ai dati dell’anno precedente, assestandosi pertanto a 35,5 milioni di fatturato generati da 226 mila presenze (rispetto agli oltre 486 milioni di fatturato e 1 milione 783 mila presenze del 2019).

La Regione Campania, con le bellezze della Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina, è la seconda meta in Italia, subito dietro la Toscana.

“Considerando che i mercati Usa e Gran Bretagna – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e direttore dell’Osservatorio Italiano Destination Wedding Tourism all’Ansa– rappresentavano in epoca pre-pandemia ben il 39,6% del valore del wedding tourism, è interessante focalizzare l’attenzione su come si stanno comportando proprio questi mercati. Dalla rilevazione emerge che i wedding specialists operanti in questi due mercati hanno perso, nel corso del 2020, il 69,7% degli eventi ed il 78,9% di fatturato. Tuttavia rimane elevato l’interesse per l’Italia come destination wedding, in quanto oggi il 59,2% dei wedding specialists di questi due mercati anglofoni dichiara di avere molta richiesta per l’Italia, purtroppo al momento impossibile da soddisfare”.

L’industria del wedding tourism nell’era pre Covid-19 coinvolgeva oltre 75 mila aziende operanti nella filiera: dalle imprese di intrattenimento (12.437) ai fotografi e video maker (11.812); dalle strutture ospitali (9.691) alle location per l’evento (7.037); dalle società di catering e ristorazione (4.783) ai flower designers (4.023); dagli hairstylist (6.384) ai wedding cakes designers (653), etc. fino ai wedding planners. Un esercito di operatori che è stato pienamente colpito dalle restrizioni imposte dalla pandemia, tra blocco dei collegamenti aerei unitamente alla difficoltà di mobilità, la negazione agli assembramenti insieme all’impossibilità di spostarsi fuori Comune o nazione.

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