Proprio di recente, in occasione dell’evento di approfondimento che ha affrontato il tema degli investimenti coinvolgendo Invitalia e il Parco Archeologico di Ercolano, si è visto come si stia sempre di più animando il dibattito sull’importanza economica dell’industria culturale.
In questa direzione stanno aumentando i propri sforzi anche le istituzioni comunitarie, con il Programma Europa Creativa: l’unico della Commissione Europea nato a fornire sostegno al variegato settore culturale e creativo. Solo nel periodo che è andato dal 2014 al 2018 ha finanziato più di 2.500 progetti in tutta Europa, per un plafond totale di 492 milioni di euro.
Alcuni bandi sono già giunti a scadenza ed altri sono ancora aperti, come nel caso di “Preparatory action – Bottom-up Policy Development for Culture & Well-being in the EU”. Un’iniziativa comunitaria che rientra in quanto approvato la scorsa primavera per dare atto al programma di lavoro annuale per l’attuazione di progetti pilota e azioni preparatorie nei settori dell’istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura; temi fortemente sentiti in Campania, sia per la continua ricerca del metodo più efficace per ridurre l’abbandono scolastico sia per creare ricchezza con il patrimonio culturale locale di prim’ordine.
L’obiettivo di questa Call in scadenza il 14 maggio 2021 è quello di agevolare lo scambio di conoscenze e buone pratiche all’interno dei Paesi UE in ambito culturale, più specificamente su azioni che migliorano la capacità degli attori locali di beneficiare efficacemente della cultura come mezzo per aumentare il benessere e la salute, con un’attenzione particolare alla salute mentale. Il budget totale stanziato per il cofinanziamento del progetto è 500.000 euro.
L’occasione è ghiotta, insomma, per ideare, promuovere e porre in essere svariati tipi di attività. Per gli operatori culturali, le associazioni, ed anche per gli Enti Locali di un’Italia che, lo scorso settennato, ci ha visto presentare solo 180 progetti coordinati. Vale a dire essere leader mondiali per ricchezza di patrimonio storico, artistico e culturale ma solo quarti in graduatoria per numero di progetti proposti, dopo la Francia (che da sola ha portato a casa circa il 20% del totale finanziato), la Germania e il Regno Unito.
Una tendenza negativa da invertire subito, specialmente per correre ai ripari dalle significative perdite dovute ai lockdown generalizzati. La redazione di www.fitformoney.de ha stimato una perdita di fatturato complessiva per il settore creativo e culturale per la sola Germania di circa 21,7 miliardi di euro (scenario medio) a 39,8 miliardi di euro (scenario grave), che rappresentano il 12,7% e il 23% del normale fatturato annuo. Il 70% di contrazione del fatturato si riferisce direttamente al loro bilancio dell’impresa, obbligando ad un massiccio ricorso all’indebitamento e agli investimenti per il rilancio.
Non meglio per l’Italia, e per la Campania che partiva già da una condizione di ristrettezze, con il 70% delle aziende culturali che stimava a dicembre perdite oltre il 40%, il 13% oltre il 60% e il 50% una riduzione e ridefinizione delle attività.
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