Salviamo l’arte, il grido di battaglia dei giovani della Federico II

Salviamo l’arte, un motto ed una speranza che accomuna quattro ragazzi della facoltà di Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università Federico II di Napoli: Liberato Schettino , Mariangela Capraro, Annalisa Ferraro e Antonella Pisano.

Abbiamo dato loro voce, per sensibilizzare e portare alla conoscenza la loro passione verso ciò che abbiamo di più caro.

Nel 2014 hanno dato vita al progetto “Federico II Salviamo l’Arte” mettendoci entusiasmo e tanta  voglia di fare partendo dal presupposto principale  che l’arte, la più grande ricchezza d’Italia, rappresenti il luogo in cui concepire la rinascita di una coscienza comune, del senso civico, della libertà individuale. Nel patrimonio artistico, nella cultura un cittadino può trovare non solo la propria storia, ma anche la propria identità, quel senso di appartenenza che in tanti luoghi d’Italia è stato smarrito.
 

In questo momento di fortissima crisi, i beni culturali possono rappresentare una grande risorsa come bacino che sappia accogliere e dare speranza ad un popolo in difficoltà.
 

“In realtà nasciamo sulla scia, ormai un anno fa, dello stravolgimento politico che portò la nomina di Matteo Renzi a Presidente del Consiglio e non per un’antipatia di colore politico – precisa Liberato Schettino –  bensì per la non riconferma dell’allora Ministro del MiBACT Massimo Bray che questo cambiamento stava portando. Il parlamentare PD è stato l’unico capo di quel dicastero che, in poche settimane, era riuscito ad entrare in punta di piedi a constatare, a conoscere, a ponderare e poi decidere sul da farsi. Aveva dimostrato di capire che per far rinascere l’amore per i beni culturali era necessaria una costante presenza fisica sui territori, ma anche di nuove reti di comunicazione. Era riuscito a restituire la speranza che l’arte e la cultura potessero essere considerati davvero un bene comune; era, insomma, uno appassionato professionista”.
 

Il nuovo Ministro è Dario Franceschini: ”Lo stacco è ovviamente netto. Il Ministro Franceschini  ha ridato un’impronta politica al MiBACT, definendolo addirittura “…il vero ministero dell’economia”. Certo ha prodotto tanto, atti buoni e meno buoni fino ad ora hanno caratterizzato il suo percorso, di certo i suoi interventi troppo politici e politicizzati fanno spesso storcere il naso quando si vorrebbe sentir parlare di atti concreti, di investimenti nei giovani, di regolamentazioni delle mostre”.

Ma l’obiettivo dei ragazzi è semplice: ”Intendiamo prima di tutto continuare a lavorare sui social network, nella nostra pagina facebook che oramai ha un seguito consolidato, riscontrando una grande adesione e una grande voglia di condividere informazioni, iniziative, proposte, idee. Come ben sapete il nuovo sistema di comunicazione impone di partire da questi luoghi virtuali per poter raggiungere un discreto bacino d’utenza e una partecipazione più attiva. Poi in queste settimane stiamo lavorando al progetto di espansione sul web tramite un sito dedicato non solo alla condivisione di notizie dal mondo della cultura, ma far sentire la nostra opinione, portare il nostro punto di vista a chi ha e avrà la voglia e la pazienza di seguirci ancora.”

“La situazione dei beni culturali in Italia è quello che è. “La nostra regione – continua Schettino – ha un numero elevatissimo di poli di attrazione culturale, risulta molto difficile da gestire e così l’attenzione sui crolli o sugli abbandoni si moltiplica. Conosciamo molto bene la situazione di Pompei, dei crolli e dei grandi proclami riguardo i restauri, a cui dobbiamo sommare la quasi totale mancanza di manutenzione ordinaria che accelera ancor di più il naturale deperimento di edifici. I progetti di restauro in molti casi hanno lasciato e lasciano ancora a desiderare poiché sembrano operare con scarso rigore scientifico; altro punto fondamentale è sicuramente il cercare di impiegare i famosi 105 mln € nel miglior modo possibile, ma questo ormai potrebbe essere troppo tardi per farlo e dovremo aspettare quindi i prossimi mesi per capirlo. Sulla stessa lunghezza d’onda è il dibattito che abbiamo affrontato in questi giorni sulla nostra pagina riguardante la progettazione, a firma di Renzo Piano, di una nuova struttura ad Ercolano che dovrà ospitare il museo archeologico. Visto che in 40 anni un museo nella città vesuviana è stato già inaugurato ben due volte, ci siamo chiesti se fosse davvero il caso di impiegare altri finanziamenti, seppur in compartecipazione della fondazione Hewlett Packard (di cui apprezziamo il lavoro fin ora svolto ad Ercolano).
 

Ma oltre ai siti più importanti i ragazzi cercano di attirare l’attenzione anche allo stato de cosiddetti “siti minori”  tra tutte sulla loro pagina è  stato segnalato lo stato in cui versa la chiesa di Sant’Agnello a Maddaloni, risalente ad epoca paleocristiana, che dal terremoto del 1980 è chiusa e che ora grazie all’intraprendenza di alcuni cittadini spera di ritornare a splendere.
 

Ma fortunatamente – conclude Schettino – spesso pubblichiamo anche notizie belle e positive  come è stata l’apertura dei sotterranei trecenteschi del museo di San Martino a Napoli oppure pubblicizzare la storia dell’arte che la tv pubblica sta trasmettendo su Rai 5, grazie alla serie di otto puntate dedicate a Gianlorenzo Bernini a cura del professore Tomaso Montanari docente di Storia dell’Arte moderna alla Federico II.

Una goccia in un mare ma che spesso può fare la differenza soprattutto quando la spinta arriva dai giovani.

In bocca al lupo ai ragazzi di “salviamo l’arte”

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