Un itinerario tra i sapori da scoprire tra le bellezze dell’Alta Irpinia
Passeggiare, nel verde dei prati, imbattersi in animali selvatici lontre, volpi, fermarsi per rifocillarsi alle pure sorgenti sgorganti dalle rocce dei monti Picentini. Un paesaggio mozzafiato, ammirato da Nusco, il balcone dell’Irpini, la neve del Laceno ed i sapori di Montella e Bagnoli, l’alta Irpinia è una terra ferma nel tempo, che è saputa rinascere investendo in ciò che più l’aggrada, il buon vivere dei popoli dell’entroterra.
Il nostro itinerario si snoda sull’asse viario che dal capoluogo Irpino si inerpica su, costeggiando i Picentini e addentrandosi nel verde polmone della Regione Campania la SS7 l’antica Appia che ci accompagna soavemente verso le vette del Laceno.
Prima sosta del nostro itinerario è Montella, famoso per la sua Castagna I.G.P. . Il momento ideale per intraprendere questa passeggiata è l’autunno, quando i boschi si colorano di marrone, il marrone dei castagneti e dei ricci. Conservata nei secoli e scampata al terrificante terremoto del 1980 grazie alla roccia sulla quale è costruita che fece da “fermo” alla violenta scossa, causando più danni agli edifici che vittime. Il monumento principe è sicuramente il Convento di San Francesco a Folloni, prende il nome dall’adiacente bosco e la leggenda narra che fu eretto nel 1222 dallo stesso frate. Al Santo è dedicata una festa molto sentita dalla popolazione ad ottobre. Il convento è frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del Settecento, reso necessario in seguito al terremoto dell’anno 1732. Della vecchia chiesa rimane l’abside, oggi Cappella del Crocifisso, che di fatti si trova ad un livello inferiore. Annesso alla chiesa è il campanile che conserva, assieme al porticato adiacente, l’impianto della seconda metà del XV secolo. Nella piazza centrale del paese merita la visita il borgo con le strette stradine che ruotano intorno alla chiesa di Santa Maria del Piano con il portale che conserva le imposte del ‘500. Momento clou della vita del piccolo borgo è il mese di novembre quando va in scena la sagra della castagna che richiama nel piccolo centro migliaia di persone da ogni dove.
Lasciamo Montella e ci avviamo verso Nusco, patria del Tartufo nero dei picentini è conosciuta in Campania come il balcone dell’Irpinia. Posto a guardia della vallata a 900 metri d’altezza la SS Ofantina ci accompagna fino all’ingresso del paese in piazza Natale, circondata intorno da palazzi di epoca nobiliare. Corso Umberto, ritagliato nella storia, ci accompagna alla centrale piazza Sant’Amato, vescovo della città a cui è dedicata una statua proprio nel centro e alle sue spalle la chiesa di San Giuseppe datata 1775. All’interno ben conservato un altare con intarsi lignei. Il borgo è dominato dal campanile della chiesa di Santo Stefano, cattedrale di Nusco e monumento simbolo, risalente al XI secolo e voluta dal vescovo Amato. L’interno, a differenza della facciata, è di un lusso imponente suddivisa in tre navate abbellite da piccole cappelle sull’esterno. Stupenda la statua marmorea del Santo e i quadri di Legnetti, Grasso e Foschini. La passeggiata, da piazza Vescovado, ci porta al piccolo seminario diocesano introdotto da un portale del XVIII secolo. Fuori dal borgo, i ruderi del castello, sono raggiungibili da una stradina che si inerpica nel verde e che ci fa incontrare la chiesetta di Sant’Antonio con lo splendido portale rinascimentale. Poco fuori dal borgo troviamo l’abbazia della Madonna del Fontiglione. Restaurata nel 1842 la facciata, con la bifora in stile gotico, mentre il resto dell’edificio è stato consolidato con un intervento nel 1950. All’interno vi è conservata una statua lignea della Madonna di Fontigliano, di fattura angioina, realizzata probabilmente nel XIV secolo.Da non perdere a Nusco è la notte dei falò, l’evento dedicato alla festadi Sant’antonio Abate che infiamma letteralmente il borgo Irpino nella giornata del 17 gennaio.
Da Nusco torniamo indietro verso Montella e chiudiamo la nostra passeggiata sull’altopiano del Laceno. La stazione sciistica più rinomata della Campania, definito anche come il più bello del Sud, passiamo per Bagnoli Irpino, patria del caciocavallo podolico di Bagnoli, che vi consigliamo di provare “impiccato” sul del pane Irpino, e andiamo alla scoperta di questo scrigno naturale di pace e bellezza. Il Laceno è straordinario in tutte le stagioni, dalle fioriture primaverili alle nevicate del gelido gennaio. Lupi, martore, cinghiali e tassi popolano la zona all’interno del Parco Regionale dei Monti Picentini. Il complesso sciistico che si espande fino ai 1700 metri di altezza, conta 10 piste da sci con 5 impianti di risalita. Nel mesi più miti è da “sfruttare” anche il lago, al centro della conca montana meta di pescatori e canoisti. Tutto intorno, il lago, che è alimentato da un fiume sotterraneo, è circondato da una stradina percorribile sia a piedi che in bicicletta. Per gli amanti del trekking sono consigliatissimi i percorsi che giungono al Laceno partendo dal Santuario della Madonna di Fontigliano, a Nusco.