Il celebre pozzo, da cui prende il nome anche il borgo, è oggi conservato nella cripta
Su di una collina lungo la strada panoramica che dalla penisola sorrentina porta verso Napoli sorge la Basilica della Madonna di Pozzano. Rappresenta uno dei quattro santuari presenti a Castellammare di Stabia insieme al quello della Madonna della Libera, del Sacro Cuore e di Santa Maria della Sanità.
All’interno della Basilica viene venerato il quadro della Madonna di Pozzano che insieme a San Catello è compatrona della città stabiese. In epoca romana sembra che la collina ospitasse un tempio dedicato a Diana, dea della caccia. Le origini della Basilica risalgono al 1419, anno in cui venne costruita una primissima chiesa sul colle. La devozione alla madonna negli anni però si affievolì e sopraggiunse quella per il patriarca San Francesco di Paola. La chiesa fu così affidata ai frati francescani. Questi vennero scacciati per un periodo da Ferdinando I di Aragona che non simpatizzava particolarmente per il santo e furono riammessi solo nel 1506 per ordine di Papa Giulio II. Il vescovo stabiese Antonio Flores e il governatore di Napoli Corrado Ferrante ordinarono la riedificazione della struttura che terminò nel 1539.
Nel 700 la chiesa visse il periodo di massimo splendore, furono infatti costruiti un nuovo altare maggiore, la cappella di San Francesco e su disegno dell’architetto Luigi Vanvitelli venne ricostruita la sagrestia. Nel 1916 la chiesa acquisì il titolo di basilica grazia a Papa Benedetto XV. Negli anni seguenti, le guerre e il terremoto dell’Irpinia provocarono ingenti danni all’intera struttura. Seguirono una serie di lunghi restauri che si conclusero nel 2006, durante i quali, furono rinvenuti affreschi e pitture di Sebastiano Conca.
La Basilica si presenta con una facciata semplice e tre portali d’ingresso, l’interno è a croce latina, e le due navate laterali ospitano la cappella dedicata alla Madonna di Pozzano e l’altare dedicato a San Francesco di Paola. All’esterno si erge il campanile alto 33 metri, costruito nel 1585 come rifugio durante le incursioni saracene.
Suscita particolare interesse la storia del ritrovamento sia del dipinto della Madonna, sia del crocifisso. Nel 1631, durante una processione voluta per interrompere l’eruzione del Vesuvio, padre Bartolomeo Rosa, all’epoca correttore del santuario, vide sulle acque del mare antistante la collina di Pozzano, un crocifisso. Il parroco fece così dirigere la processione verso le acque del mare e al termine di essa l’eruzione vulcanica terminò senza lasciare alcuna vittima nella città di Castellamare di Stabia. Oggi il crocifisso viene portato in processione durante le celebrazioni del venerdì Santo ed è ospitato all’interno della sagrestia. Per quanto riguarda il dipinto della Madonna, la storia racconta che esso fu nascosto in un bosco dai fedeli durante il regno di Leone Isaurico. L’imperatore bizantino, diede origine al movimento degli Iconoclasti, contrario alla diffusione di immagini e icone sacre. Dopo circa 300 anni, la tela fu ritrovata sul fondo di un pozzo grazie ad una miracolosa apparizione della Vergine. Fu ella ad indicare ai naviganti del luogo il punto in cui ergere una chiesa in suo onore. Il celebre pozzo, che sembra dare nome alla collina di Pozzano, è attualmente conservato nella cripta della basilica, dove si accede tramite una scala della navata centrale.
Alle spalle dell’altare, nascosto e conservato, il primo coro dei frati, all’interno del quale quando fu restaurato negli anni settanta si trovarono un crocifisso, la Madonna Addolorata e pareti decorate.
Alla Basilica di Pozzano si arriva, percorrendo la “Panoramica SS145” che va verso Sorrento, a poca distanza dal castello aragonese che fiancheggia la strada provinciale.