Dalla lana alla filosofia, in mezzo quattro secoli di storia, di arte e amore per gli animali
Lana, arte e filosofia: dal ‘600 il Convento dei Francescani è un punto di riferimento per la popolazione di Serino e di tutta l’Irpinia.
La comunità religiosa arrivò a Serino popolando l’edificio la cui costruzione fu ultimata nel 1644 dopo ventisette anni di lavori. Qui fu impiantato un laboratorio specializzato nella filatura della lana.
La merce, lavorata qui, veniva cardata poi a Baronissi e da qui poi dirottata a Castellammare di Stabia dove diventava tessuto. Con quella lana, poi, i monaci fabbricavano i loro stessi abiti.
Sottoposto a numerosi restauro, gli ultimi – avviati alla fine della Seconda Guerra Mondiale – si sono conclusi negli anni ’50. Per diversi anni, nel ‘900, nella sede del convento si è insegnato filosofia a stretto contatto con alcuni tesori dell’arte religiosa campana. Tra cui le opere di Michele Ricciardi di Sanseverino che, all’inizio del ‘700, ha lavorato, tra gli altri, al Duomo di Avellino e al Convento della Santissima Trinità di Baronissi.
La chiesa annessa al convento, in origine era dedicata a San Giacomo. Dopo la costruzione del monastero e l’arrivo dei francescani, al santo è stato associato San Francesco d’Assisi a cui è dedicata una bella statua, recente, che ritrae il santo poverello che ammansisce il lupo. A legare, una volta di più, la vita di san Francesco al simbolo più importate dell’Irpinia.
La storia di fede a Serino ha visto legarsi al centro irpino anche la devozione a un figlio di questa terra, San Giuseppe Moscati, il “santo medico” che a Napoli si conquistò la santità adoperandosi, senza risparmio, per curare i poveri e gli ammalati. La famiglia Moscati originaria di questo lembo d’Irpinia che rimane orgogliosissima di quel suo figlio.