Napoli. La chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato

Lo storico edificio testimone della decapitazione di Corradino di Svevia

Una passeggiata perfetta, magari in autunno, quando le mattine sono ancora calde ed il sole ci accompagna ancora per un po’ prima di lasciare il posto ai freddi pungenti.

La Chiesa di Santa Croce e Purgatorio è situata in piazza Mercato a Napoli. Lo storico edificio oramai da anni non è più accessibile al pubblico, eccetto in rare occasioni.

È il caso di dire che questa chiesa, insieme alla piazza, ne hanno viste e vissute davvero di tutti i colori. Andiamo a ritroso nel tempo, precisamente al 19 ottobre del 1268. A soli sedici anni a Piazza Mercato venne decapitato Corradino di Svevia per ordini di Carlo I D’Angiò. Questo fu solo l’inizio della lunga e difficile storia della Chiesa di Santa Croce e Purgatorio.

Nel 1351, per volontà di Domenico Persico, viene eretta la prima versione della chiesa che fu dedicata alla Santa Croce, per la colonna con croce che fu posta al suo interno. Poco più di trecento anni dopo, nel 1656, quando la città di Napoli fu colpita da un’epidemia di peste, vennero così create nei granai di Piazza Mercato, delle fosse comuni per seppellire i morti. In seguito, venne realizzata una cappella dedicata alla Santa Croce delle Anime Purganti.

Ma l’edificio e la piazza, ancora non trovarono pace. Pochi anni più tardi, il 22 luglio 1781, un incendio causato dai fuochi pirotecnici in onore della Madonna del Carmine, danneggiò la piazza, le cappelle e le numerose botteghe di legno nei dintorni. Su volontà di re Ferdinando IV di Borbone si procedette alla realizzazione di un’esedra che rasentasse il perimetro della piazza e che desse alle attività commerciali una degna sistemazione. L’incarico per la ricostruzione della chiesa venne affidato a Francesco Sicuro. L’architetto realizzò una splendida chiesa consacrata poi nel 1791.

Ancora a danneggiare l’edificio, saranno poi i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e il terremoto dell’80’ in Irpinia. L’edificio sarà chiuso definitivamente al culto. Nel corso degli anni a seguire, la chiesa fu ripetutamente oggetto di atti vandalici, divenendo una vera e propria discarica.

La sua tormentata storia, non la rende certo meno bella o imponente. Spicca dall’alto la cupola della chiesa, con delle maioliche verdi, gialle e azzurro, creando un bel motivo floreale. L’aspetto esterno dell’edificio, nella parte bassa, ricorda quasi quello di un tempio, caratterizzato da quattro colonne doriche e due semicolonne. La facciata ospita le statue di San Gennaro e Eligio alla base e Pietro e Paolo in alto. All’interno, la pianta a croce greca è divisa in tre navate. Alzando gli occhi verso il portale di accesso si nota una splendida cantoria d’orata che ospita un antichissimo organo. Numerose incisioni su marmo, nella chiesa, ricordano le terribili vicissitudini che l’hanno vista protagonista.

Piazza Mercato, che ricordiamo essere anche il luogo in cui ebbe inizio la rivoluzione di Masaniello, è adornata da due settecentesche fontane-obelischi, un tempo tre, anch’esse opera di Francesco Sicuro. Dalla piazza, sono visibili sia la chiesa di Sant’Eligio Maggiore, sia la Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore. Queste ultime due, insieme alla Chiesa di Santa Croce e Purgatorio, formano un triangolo e l’esedra ne rappresenta il vertice.

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