La Chiesa di Santa Maria della Pace ospita la comunità di rito cattolico ucraino
Un angolo di fede orientale sul Decumano Maggiore a Napoli, la chiesa di Santa Maria della Pace da oltre dieci anni ospita la comunità di rito cattolico ucraino.
Un profumo d’incenso avvolge la navata gremita del tempio. Il sacerdote, che dà le spalle ai fedeli, celebra la messa domenicale. Nella chiesa c’è tanta gente che, fatto comune ai popoli dell’Est, dopo tanti anni di ateismo di Stato hanno riscoperto l’entusiasmo nella fede.
La chiesa dedicata a Santa Maria della Pace è a via dei Tribunali, nel cuore del centro storico. Segna il confine tra la Vicaria e il quartiere di San Lorenzo. La sua storia è intimamente legata al vicinissimo Ospedale della Pace che oggi ospita uffici, strutture comunali e ospita anche manifestazioni culturali.
La necessità di costruire una vera e propria chiesa nacque quando, estesasi la proprietà dei frati ospedalieri di San Giovanni di Dio, la vecchia Cappella di San Cristoforo risultò troppo piccola per ospitare i fedeli e gli ammalati.
La chiesa, dedicata alla Madonna della Pace (così come l’ospedale), fu progettata dall’architetto napoletano Pietro De Marino, nel 1629. Fu terminata trent’anni dopo, nel 1659. Passarono alcuni decenni e fu necessario ricostruirla perché patì troppi danni nel terremoto del 29 novembre del 1732. L’epicentro, come nel 1980, fu nell’Irpinia ma anche a Napoli i danni furono ingenti. La chiesa di Santa Maria della Pace fu tra i siti più danneggiati dal sisma.
La ricostruzione avvenne a merito di Domenico Antonio Vaccaro, pittore, scultore e architetto napoletano; del ceramista irpino Donato Massa e dell’architetto Nicola Tagliacozzi Canale che curò l’allestimento dell’abside della chiesa.
L’edificio, nell’inconfondibile barocco napoletano, presenta la pianta di una croce latina, presenta un’unica navata e tre cappelle. Il bianco è il tono che predomina, fedele ai “colori” dell’ordine religioso che si prodigò per la sua costruzione e che per diversi secoli ne ha retto le sorti.
Da oltre dieci anni, la chiesa ospita gli affascinanti e frequentatissimi riti religiosi della comunità cattolica ucraina di Napoli.