La Chiesa di San Nicola, a Napoli, tramanda una leggenda legata alla rappresentazione della Natività
Esiste un posto, nel cuore di Napoli, che è un vero e proprio scrigno di segreti e leggende. Siamo nel centro storico, precisamente a Piazza Carità, tra Via Roma e Piazza Dante. Qui, sorge la Chiesa di San Nicola all’interno della quale è possibile ammirare una trasposizione del presepe nei luoghi napoletani, con il Vesuvio sullo sfondo, che racconta, non solo la Natività ma tutta la vita di Gesù Cristo.
Scendendo le scale che dalla navata laterale ci portano nell’ipogeo, le mura ci parlano di due vicende legate al presepe. La prima è spiazzante: il presepe non è sarebbe stato ideato da San Francesco ma duecento anni prima, a Napoli, nella Chiesa di Santa Maria del Presepe; la seconda, invece, racconta il significato del presepe, dei personaggi e delle strutture che lo compongono.
Partiamo quindi dal luogo principe, la grotta, che rappresenta il confine incerto tra luce e tenebra, tra la vita e la morte. Sulla sua sommità ci sta l’Angelo, portatore di buone novelle, la gioia ed il lieto evento. Al sui interno, il bue e l’asinello che riscaldano Gesù Bambino, rappresentano il bene ed il male che presiederanno nella vita del Cristo. L’osteria, invece, simboleggia una contrapposizione alla grotta, ovvero la perdizione. Il ponte sul fiume è il passaggio che si concretizza con la nascita di Cristo, mentre il fiume rappresenta lo scorrere del tempo. Benino, addormentato rappresenta l’umanità dormiente, sorda all’annuncio dell’Angelo. La Cometa che solca il cielo porta il cambiamento, manifestato dalla nascita di Gesù.
In tutti i presepi non mancano alcuni personaggi che, anche se appartengono alla tradizione settecentesca del presepe, fanno invece parte di uno schema ben prestabilito: il pescatore è il pescatore di anime, il Cristo Redentore; la lavandaia rappresenta la purezza e la verginità di Maria. Invece, altre strutture spesso inserite per creare una maggiore peculiarità, detengono in loro stesse altro significato: la fontana ricorda l’episodio di Cristo con la Samaritana; il forno richiama il pane, simbolo di vita, e le pale del mulino rappresentano l’alternanza tra i momenti buoni e quelli nefasti della vita dell’uomo.
Siamo certi che dopo questa intrigante lettura, guarderemo d’ora in poi la rappresentazione della Natività con uno spirito diverso.