A Roccadaspide, il culto (e la messa) dei Morti

Sulla facciata della Chiesa del Carmine si celebra il racconto di una devozione antica

Il culto dei morti rappresenta un importantissimo filone devozionale in Campania. La considerazione, il rispetto (e in molti casi addirittura il “rapporto”) dei fedeli con le anime del Purgatorio ha prodotto tra Napoli e la Campania gioielli intrisi di storia, leggende e, come il cimitero delle Fontanelle, rappresentano una vera e propria cultura. Che finì per influenzare, profondamente, quegli osservatori stranieri che arrivarono tra ‘700 e ‘800 in quella che era la capitale del Mediterraneo e qui ambientarono storie e romanzi gotici.

Non solo Napoli, però. Ovunque, in giro per la Campania, ci sono tracce e testimonianze di una devozione fortissima che non scompare ma, piuttosto, sembra oggi aver scelto di sopravvivere in via carsica.

Roccadaspide, in provincia di Salerno, c’è una delle chiese che vennero affidate alle tante confraternite, congreghe dedite al culto dei Morti. Nel centro abbarbicato tra i monti Alburni, c’è la Chiesa del Carmine, meglio nota come la Chiesa dei Morti. Si trova in piazza XX Settembre, praticamente di fronte al Castello che rappresenta il simbolo della città. Costruita nel ‘700 e adesso chiusa al culto, ospitava  una fossa comune che oggi, come spiegano dal Comune, è stata murata. Nel 2010 fu restaurata: rischiava, come molte altre, di venir persa definitivamente. 

Quello che c’è di interessante, e visibile liberamente dall’esterno del tempio, è nell’oculo dipinto che sovrasta il portone sbarrato. Ritrae una “messa dei morti”. C’è il sacerdote che, giusto il rito pre-conciliare, consacra l’Ostia dando le spalle all’assemblea. Ai piedi dell’altare, due figure incappucciate in una lunga tonaca bianca a raffigurare i confratelli. Tutto intorno, avvolte dalle fiamme, le anime del Purgatorio che impetrano il perdono del Signore e, finalmente, la consolazione di poter ascendere al Paradiso.

La Congrega dei Morti fu molto attiva a Roccadaspide e ancora c’è chi racconta dei loro riti notturni, le veglie funebri celebrate proprio in quella chiesa.

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