La salita a Montervergine

Un misto di fede e natura attraverso i verdi boschi del Partenio

Il punto di partenza è Mercogliano alle falde del Monte Partenio, punto di raccolta ancora oggi dei pellegrini provenienti da ogni dove della regione. Di norma luogo di passaggio, la piccola cittadina irpina però offre uno dei monumenti meno conosciuti ma allo stesso tempo più belli della Campania, il Palazzo Abbaziale di Loreto,  con l’annessa abbazia, nato per volere dei monaci verginiani nel 1700, costretti a scendere dall’abbazia di Montevergine a causa del clima rigido soprattutto in inverno, il palazzo è un vero e proprio scrigno di tesori. Le volte  affrescate da Antonio Secchione, gli stucchi dei soffitti, il salone settecentesco fanno di questo palazzo un emblema del ‘700. All’interno del palazzo è conservata la sezione archivistica della biblioteca del santuario di Montevergine conosciuta come Biblioteca Statale di Montevergine con circa 150000 volumi tra pergamene e documenti  imperiali e vescovili. Inizialmente nata come sussidio per l’attività di studio per i monaci è attualmente un polo di riferimento per la ricerca e la cultura di tutto il Sud . La biblioteca, insieme alla farmacia ed al chiostro sono ad oggi gli unici ambienti visitabili.

Lasciata Mercogliano  seguiamo le indicazioni per il Santuario sulla SS374 e raggiungiamo, appena iniziata la salita verso il Partenio, il piccolo comune di Ospedaletto d’Alpinolo. Anche questo borgo intreccia la sua storia a doppio filo con quella del Santuario essendo luogo di transito dei pellegrini che amano rifocillarsi dell’acqua pura del Partenio e dei numerosi prodotti locali. Ospedaletto rappresenta anche un unicum storico essendo uno dei pochi paesi al mondo in possesso del “certificato di nascita” conservato presso la Biblioteca di Loreto di Mercogliano attesta la nascita del paese nel 1178. Il borgo storico, tutto realizzato in pietra con deliziose casette, ospita alcune chiese molto interessanti. Quella del SS Rosario del ‘600 conserva al suo interno uno straordinario coro ligneo ed una superba Assunzione della Vergine su tela. Al centro del borgo la chiesa di San Filippo e Giacomo con la particolarità delle tre navate ognuna delle quali con un suo  altare, conserva al suo interno il Monumento al Pellegrino, scolpito dall’abate Vignarelli dedicato ai fedeli della Madonna di Montevergine. Percorrendo la statale, non possiamo fare a meno di sostare in una delle tante aziende produttrici del Torrone, che ha reso Ospedaletto celebre in tutto il mondo. Ogni azienda ha le sue varianti del dolce, tutte rigorosamente però esaltano la produzione locale, frutta secca, nocciole, castagne. Ogni casa produttrice al suo interno ha un’esposizione permanente delle varie tipologie di torrone prodotto, consigliamo l’assaggio e la scoperta della storia di questo dolce tipico.

Da Ospedaletto in poi la salita si fa impegnativa ed i dodici chilometri che ci dividono dal Santuario rendono l’idea della fervida fede dei pellegrini che li percorrono a piedi e che non è raro incontrare sul ciglio della strada impegnati a capo chino a recitare il SS Rosario. Arriviamo al piazzale del Tiglio, antistante uno dei Santuari più venerati in Campania. Montevergine, eretto intorno al 1120 ha subito notevoli ampliamenti e rifacimenti nel corso dei secoli. La struttura attuale comprende oggi due basiliche, la nuova costruita negli anni ’50 per far fronte al notevole numero di pellegrini, il monastero, la cripta, il campanile e la foresteria.

L’icona del Santuario fu dipinta nel 1297 da Montano d’Arezzo e commissionata da Carlo II d’Angiò per adempiere ad un voto, per tutti è conosciuta come “Mamma Schiavona”. La chiesa nuova è a tre navate,  ha un solo altare ai piedi della maestosa raffigurazione della Madonna. nella chiesa vecchia, raggiungibile attraverso una delle navate, spiccano l’antica cappella della Madonna, i monumenti funerari dei d’Angiò, il busto di San Gennaro a ricordo della conservazione qui del corpo del Santo e l’altare di Sa Michele con la  statua dell’Arcangelo. Nella sala San Guglielmo sono conservati migliaia di ex voto. Chiude la visita il Museo abbaziale, infine, conserva la pinacoteca con dipinti dal XVI al XVIII secolo. Stupenda è la mostra del Presepio con presepi napoletani e altri provenienti da tutto il mondo. Annessa al museo la cripta con le spoglie di San Guglielmo fondatore del Santuario.

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