San Catello e leggenda della nave di grano

Il protettore dei forestieri salvò la sua città da una brutta carestia

A molti sarà capitato di avere in famiglia una persona anziana che amava raccontare vecchie storie. Nel mio caso, la persona in questione, si chiama Cristina. Quando era giovane molto spesso, tra una faccenda domestica e l’altra, mi raccontava aneddoti della propria città, leggende o semplicemente episodi di quando lei era bambina. Ma c’era un argomento che più volte ritornava nei suoi racconti, ed era un racconto che parlava di San Catello, di una brutta carestia e di una nave di grano.

Cristina raccontava che tanti anni fa Castellammare di Stabia fu colpita da una terribile carestia. La popolazione, disperata, chiedeva aiuto al Patrono San Catello affinché facesse un miracolo. Proprio in quei giorni, lungo le coste della Campania, navigava una nave carica di grano che, si diceva, fosse diretta ai Mercati Spagnoli. Un giorno a questa nave si accostò un anziano signore con una piccola barca bianca e domandò di scambiare due parole con il capitano. Quando i due si trovarono l’uno dinanzi all’altro, il vecchio signore chiese al capitano di portare il grano che aveva a Castellammare di Stabia, assicurandogli che non se ne sarebbe pentito e che lì lo avrebbe ben venduto. Come pegno, per essere certo che il capitano non cambiasse idea, gli lasciò l’anello che aveva al dito.

Il consiglio dell’anziano, anche se si trattava di uno sconosciuto, fu accolto: il capitano e la sua ciurma, riuscirono a vendere molto grano nella città di Stabia. Naturalmente, vista la situazione, gli abitanti lo acquistarono all’istante. Il capitano, entusiasta, voleva ringraziare in qualche modo il vecchietto o comunque restituirgli l’anello, tant’è vero che descrisse minuziosamente a tutti gli abitanti la sua figura e, a dire il vero, qualcuno dall’occhio lungo aveva già intuito qualche somiglianza. Il capitano, prima di andare via, andò in chiesa dove si trovò di fronte la statua di San Catello e subito riconobbe in lui la figura di quel gentile signore. Nel mentre il Vescovo si era accorto che gli mancava l’anello vescovile, proprio quello che il Patrono aveva consegnato al mercante. San Catello aveva salvato quindi la sua città dalla carestia. Il miracolo era stato compiuto.

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