Santa Maria Maggiore ad Atena Lucana, la chiesa degli angeli

Un esempio dell’arte tra il ‘600 e il ‘700 a cavallo tra Campania e Basilicata

Nel centro storico di Atena Lucana sorge la chiesa dei cento angeli. Dedicata a Santa Maria Maggiore, vi si venerano san Biagio e san Ciro, rispettivamente patrono e protettore della comunità valdianese. L’edificio, costruito sulle vestigia di antichi templi pagani, risalirebbe alla prima cristianità. Della sua esistenza, però, si hanno tracce certe e attestate intorno all’anno Mille.

La facciata, invece, risale al tardo Seicento quando la Chiesa fu sottoposta a un energico intervento di restauro che finì per riunire qui il meglio dell’arte del tempo, tra Campania e Basilicata. 

La suggestione barocca della Chiesa, che presenta un singolare pavimento in coccio pesto, è alleggerita dalle finestre che consentono un’invidiabile illuminazione. Importante è il patrimonio artistico di Santa Maria Maggiore: qui è possibile vedere gli affreschi settecenteschi di Anselmo Palmieri e di Nicola Pecchenedda, che vi collaborò con il padre Carlo.

Il primo fu pittore nato a Polla che qui fu anche arciprete e fu attivo tra la Lucania e la Campania. A lui si devono le opere che ancora oggi si possono ammirare nella cattedrale di Muro Lucano (in provincia di Potenza) e nel Duomo di Matera dove firmò il ciclo d’affreschi dedicato alla Vergine Maria.

Pecchenedda, anch’egli nativo di Polla, divenne – quando aveva 73 anni, nel 1798 – addirittura sindaco della città. Formatosi a Napoli, dipinse affreschi e dipinti in numerose chiese, basiliche e templi dai Picentini fino alla Basilicata, da Giffoni Valle Piana a Padula e persino a Marcianise. Sono suoi i dipinti nell’aura e nell’abside. 

Nella chiesa di Santa Maria Maggiore, inoltre, sono conservate – insieme al busto ligneo di San Biagio – anche due opere dello sculture (anch’egli pollese) Giacomo Colombo, reso famoso dal fatto di lavorato alla Certosa di Padula. 

Interessante notare la presenza del pulpito, un elemento che ormai da tempo, è stato rimosso dalle chiese. Interamente in legno, riporta un motto latino vergato in caratteri aurei: “Semen est verbum Dei”, la parola di Dio è il principio.

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