Viaggio attraverso il cuore dell’antica Napoli, un tesoro dal valore inestimabile nel sottosuolo partenopeo
Nel cuore dell’antica Napoli greco – romana, tra il Decumano Superiore e il Decumano Maggiore, lungo via Duomo, sorge la cattedrale dedicata all’Assunta, conosciuta ai più come la Chiesa di San Gennaro da quando ospita le spoglie del Santo Patrono.
Nel passato, l’area in cui sorge il duomo era il fulcro della vita cittadina. Oggi qui si custodisce un tesoro di inestimabile valore: nei suoi sotterranei si affollano, infatti, i resti della Napoli greco – romana, cui si accede dalla basilica di Santa Restituta, dalle terza cappella in fondo alla navata sinistra della cattedrale. Scendendo nel sottosuolo si scopre un’ampia area archeologica: è il grembo della città di Napoli, da cui essa stessa è nata.
Un lungo muro dell’altezza di circa 5 metri ed un lastrico stradale di origine greca corrono al di sotto della pavimentazione della basilica di Santa Restituta fino al suo esterno. Si trattava di un edificio pubblico, probabilmente di un tempio, data la monumentalità dei blocchi murali.
A ridosso di questo primo muro se ne sviluppa un secondo, di epoca romana con tracce di graffiti e intonaco in rosso. Svoltando a sinistra, si prosegue per circa una decina di metri. Nell’ultimo tratto della parete si distingue un corsetto in muratura contenente una tubatura di piombo, mentre nell’area si poggiano alcuni tronchi di colonne in laterizio reggenti una grondaia. Al di sotto corre in pendenza una cunetta per la raccolta delle acque piovane.
Sul lato occidentale dello scavo, verso destra, si aprono alcuni ambienti seminterrati: quattro grandi sale con pareti in muratura di tufo alle quali si accedeva attraverso una scala. L’ultima di queste 4 stanze, a nord, pavimentata in coccio pesto, era probabilmente destinata a deposito di derrate alimentari, come testimoniano pezzi di stoviglie e frammenti vitrei qui rinvenuti, che lasciano supporre che nei locali sovrastanti si estendesse una taverna.
In corrispondenza del cortile della Curia Arcivescovile, sempre nel sottosuolo, è stato rinvenuto un tratto di strada romana in pietra lavica, della lunghezza di circa 12 metri. Di fronte, al di sotto di Santa Restituta, si sviluppa un grande ambiente probabilmente di tipo religioso: sulle pareti, intonacate per ampi tratti, si sovrappongono, almeno due strati pittorici, mentre le tracce di pavimentazione sono di tipo musivo a grandi tessere, con disegni geometrici che richiamano probabili motivi ornamentali del V secolo.
Le tracce di condotti in terracotta per la canalizzazione di acqua calda lasciano supporre anche la presenza di impianti termali. Procedendo verso l’uscita si incontra una piccola abside semicircolare con una pavimentazione musiva, lungo il cui perimetro è posto un sedile in pietra intonacato e dipinto.
Salendo per le scale che conducono all’esterno, nel cortile dell’Archivio Storico Diocesano, si passa accanto all’ingresso del conditorium, l’ipogeo sepolcrale voluto agli inizi dell’800 dal cardinale Luigi Ruffo di Scilla, luogo di sepoltura degli arcivescovi di Napoli.
Manca solo qualche passo per ritornare in superficie, nelle strade affollate della frenetica ed affascinante metropoli partenopea.