
L’allestimento ideato e diretto da Luciano Ferrara in esposizione al Convento di San Domenico Maggiore
“Davanti alla catastrofe c’è un problema etico: come può il fotografo stare a tre metri dalla morte e rispettare il dolore?”. E’ questo il problema sollevato da Luciano Ferrara, curatore della mostra Sisma80, pensata per il quarantennale della ricorrenza del terremoto del 1980. Non è stato possibile inaugurare il 23 novembre 2020, quindi solo oggi si apre, con ingressi contingentati nel pieno rispetto delle misure di contenimento, il grande allestimento nel monumentale Refettorio Grande del Complesso di San Domenico Maggiore, a Napoli.
Sono oltre cento le immagini che raccontano la più grande catastrofe del Sud Italia e oltre venti i fotografi che con i loro scatti danno voce ad una ferita ancora aperta e che non è ancora rimarginata.
Visitare la mostra è un vero e proprio colpo al cuore: non si può rimanere impassibili di fronte queste immagini di disperazione e dolore che raccontano i crolli, la devastazione, la morte di interi borghi Irpini che oggi non esistono più. Il terremoto ha spazzato via un’intera generazione contadina, i cui volti si ritrovano guardando gli scatti esposti. Uomini e donne inermi di fronte la tragedia che li ha investiti. Chiese sventrate, i corpi dei deceduti sotto le macerie, palazzi puntellati (ed in alcuni casi si nota con tristezza che oggi, a distanza di quarant’anni, quei tubi innocenti sono ancora li, come se il tempo si fosse fermato), sembra quasi di riuscire a percepire il grido di chi, sotto quelle macerie, è vivo ed implora soccorso. E’ davvero una mostra che emoziona e fa riflettere, che inevitabilmente tocca l’animo del visitatore.
C’è necessità che questo grande serbatoio di ricordi trovi una sistemazione stabile in città, affinché anche i più giovani che non hanno vissuto il terremoto e che magari ne hanno sentito parlare dai nonni, o ne hanno letto nei libri di storia, non ne perdano la memoria.
Napoli 24 nov 1980-In piazza Municipio la mattina dopo il terremoto
Creare questo allestimento, come racconta il curatore, è stato molto complicato: i negativi erano negli archivi di famiglia dei fotografi e si è dovuto fare un grosso lavoro di scannerizzazione e pulitura delle immagini. Infatti si tratta di riproduzioni create ad hoc per l’occasione, mentre invece gli scatti di Luciano D’Alessandro e Mimmo Jodice, che aprono e chiudono la mostra, sono originali della fine degli anni Ottanta.
Sulla parete di fondo del Refettorio Luciano Ferrara ha pensato una installazione dal titolo “Il Cratere delle Mappe Infografiche”, dove sono raccolte le riproduzioni di tutti i documenti relativi al terremoto presi dai giornali d’epoca, primo fra tutti ovviamente Il Mattino, di cui lo stesso Luciano D’Alessandro era direttore della fotografia. Nella sala attigua all’esposizione i visitatori potranno assistere alla videoinstallazione “Il racconto dei protagonisti”, dove il sisma è raccontato dalla voci di coloro che l’hanno vissuto sulla loro pelle.
Terremoto del Novembre 1980 in Campania – Archivio Newfotosud (Foto a cura di Fotosud – Gugliemo Esposito, Mario Siano, Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone) P.S. Fotografie in concessione a Luciano Ferrara esclusivamente per la realizzazione di un progetto del novembre 2020 “Sisma 80” catalogo stampato da Silvana Editore con mostra a San Domenico Maggiore, non utilizzabili al di fuori del suddetto progetto. NAPOLI, 26/01/1981 – PROTESTA DEI COMMERCIANTI DEI QUARTIERI SPAGNOLI CONTRO LA CHIUSURA DELLE STRADE CON TUBI INNOCENTI A CAUSA DEI DANNI DEL TERREMOTO DEL 23/11/0980. PH. GIANNI FIORITO
La mostra, ad accesso gratuito, sarà visitabile fino al 31 marzo 2021. E’ aperta dal lunedì dalle ore 10:00 alle ore 18:30 con ultimo ingresso alle ore 18:00. E’ consigliabile la prenotazione scrivendo all’indirizzo noos.tribunali138@gmail.com