
L’incomparabile bellezza del fortino borbonico che sorveglia l’intero golfo partenopeo
La storia, le opere d’arte ed il panorama incantato del Golfo di Napoli, sorvegliato dall’alto: la Certosa di San Martino offre l’incomparabile bellezza della nostra terra; da Posillipo a Capri, alla penisola sorrentina, per giungere poi al Vesuvio e Capodimonte, entrando nei vicoli dei quartieri spagnoli e di Spaccanapoli.
La Certosa, accanto a Castel Sant’Elmo, forma quasi un complesso unico con essa, la quale costituisce uno dei centri monastici più importanti dell’Ordine certosino in Italia. Fu il primogenito di Roberto D’Angiò, Carlo duca di Calabria, a volerne la costruzione nel 1325. Dell’impianto originale resta ben poco: il complesso che oggi ammiriamo è stato realizzato tra il 1581 ed il 1723 ad opera di tre grandi architetti – il fiorentino Giovanni Antonio Dosio, il bergamasco Cosimo Fanzago ed il napoletano Nicola Tagliacozzi Canale – i quali rispecchiarono nell’opera le influenze artistiche dei loro tempi, dallo stile rinascimentale al barocco ed al rococò.
Dall’ingresso sul piazzale San Martino si accede al Cortile dei Procuratori. Sulla sinistra si affaccia la splendida chiesa a navata unica ornata da pregevoli opere d’arte del Seicento napoletano. Sul portale d’ingresso è una splendida “Deposizione” di Massimo Stanzione, mentre meritano una visita accurata la Sala Capitolare, la sagrestia e la cappella del Tesoro, con tele ed affreschi dei grandi pittori seicenteschi.
All’interno della certosa è situato il Museo di San Martino, dove sono conservate diverse opere che vanno dalla Napoli Borbonica fino al periodo postunitario. Ad esempio, numerose tavole di artisti quali José de Ribera, Luca Giordano, Francesco De Mura e Battistello Caracciolo, nonché importanti tavole risalenti al periodo risorgimentale di Napoli e tavole della scuola di Posillipo. Di notevole interesse sono anche le porcellane di Capodimonte e l’arte presepiale che il museo ospita. Nella certosa sono collocate, infine, diverse sculture di Pietro Bernini, come la Madonna col Bambino e San Giovannino ed una tavola, recentemente acquistata dallo Stato italiano, di rilevanza storica per quanto concerne l’evoluzione urbanistica della città: la Tavola Strozzi.
Nel 1799, svanito il sogno della Repubblica Partenopea, i frati furono costretti dal regime borbonico ad abbandonare la Certosa, perché accusati di simpatie e connivenze con gli insorti. Nel 1866, con l’annessione al nuovo regno d’Italia, la Certosa divenne monumento nazionale. Da allora è museo storico ed artistico, con la sua raccolta di preziose testimonianze della civiltà partenopea.
Orari di ingresso dalle ore 8.30 alle ore 17.00 (ultimo ingresso in biglietteria ore 16.00)
Chiuso il mercoledì
Modalità di apertura delle sezioni:
h. 8.30-17.00
CHIOSTRI
REFETTORIO
SEZIONE PRESEPIALE
ANDRONE DELLE CARROZZE
h. 9.30-17.00
CHIESA ea ambienti annessi: coro, parlatorio, capitolo e sacrestia (senza accesso alla navata)
SEZIONE NAVALE
QUARTO DEL PRIORE fino alla loggia
h. 8.30-16.00
GIARDINI PANORAMICI
Sezioni visitabili con apertura programmata:
Ore 10.30: Itinerario certosino (Prolungamento Quarto del Priore e Museo dell’Opera)
Ore 11.30: Sezione teatrale
Ore 12.30: Immagini e memorie della Città
Ore 14.30: Itinerario vedute della città (Collezione Alisio) e Ottocento napoletano
Ore 15.30: Immagini e memorie della Città
Biglietti: intero: € 6,00 – ridotto: € 3,00