Fino al 14 luglio in esposizione le opere dei tre vincitori della seconda edizione del Premio Paul Thorel
Fino al 14 Luglio 2025 sarà possibile vedere, nella Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre, le opere dei tre vincitori della seconda edizione del Premio Paul Thorel. La mostra, dal titolo evocativo Spettri Digitali, è a cura di Sara Dolfi Agostini ed è in collaborazione con la Fondazione Paul Thorel, creata nel 2014 per catalogare le opere dell’artista italo francese morto nel 2020 e pioniere dell’immagine elettronica e della fotografia digitale. Il premio in memoria del Maestro, oggi alla seconda edizione, porta a Napoli tutta una serie di artisti che vivono in una residenza per un mese. Dal contatto con le istituzioni ed il mondo della cultura napoletana nascono queste opere, che vengono giudicate da un comitato di critici d’arte e curatori di mostre, tra cui Guido Costa, Presidente della Fondazioni. Ai tre vincitori del 2025 è stata data la possibilità di esporre in un luogo magico per l’arte contemporanea, il Madre, da sempre un faro in Città per le arti all’avanguardia.
Nel mondo attuale non si può davvero morire: oggi ognuno di noi ha lasciato tracce profonde, sia nel mondo social che nella vita reale. Tutto è in circolazione, gli oggetti come le vite, per questo si può forse parlare di memoria ed eternità. Siamo tutti a disposizione dei posteri, il passato può essere eternizzato e utilizzato, tanto che oggi non ha quasi più senso parlare di copyright, tutto è di tutti, alla portata di un click. Su questi temi riflettono le opere di Anna Franceschini, che parte da un oggetto semplice e di uso comune, i souvenir, che diventano arte, in particolare scultura cinetica. Un oggetto di poco conto insomma, che ben racchiude in sé la nostra epoca presente fatta di arte ripetibile, la riproducibilità tecnica ci interroga oggi su cosa sia un artista e su cosa debba davvero intendersi come arte. Sue statuette, un David di Michelangelo ed una Venere di Milo, stampate in altissima definizione sopra i rulli di due tapis roulant, girano a velocità diversa. Quelle statuette, simbolo del Made in Italy ma spesso prodotte in Paesi lontani, ci mostrano appunto la circolarità dell’arte, dove noi ci illudiamo di portarci a casa un pezzo di storia e di bellezza artistica, invece è l’oggetto, uno tra le tante centinaia prodotti allo stesso modo, che ci prende e ci tiene in ostaggio, in una epoca come l’attuale dove il culto dell’apparire veicola ogni significato, tanto che se non si posta sui social, non si sta davvero vivendo. E’ fortissimo qui il tema della mercificazione dell’arte, che non è più un godimento del bello o dell’unico (cosa richiamata anche dalla scelta di utilizzare una statuetta riproducente la Santa Cecilia di Stefano Maderno, considerata nel Seicento Romano una delle statue più belle mai scolpite), ma tutto ritorna, identico, senza valore.



Le opere di Alterazioni Video, un collettivo di cinque artisti nato nel 2004, esplorano il tema della eternità “resuscitando” un loro amico: Filippo Anniballi, scrittore e performer scomparso prematuramente, rivive nel film Rotten Shark, proiettato in loop continuo in una delle sale. E’ un filmato che guarda verso il cinema neorealista fondendo documentario e fiction, mixa sapientemente il vero ed il falso, grazie al largo uso dell’Intelligenza Artificiale. In questo modo Filippo ritorna a vivere, cammina, suona la chitarra. Ci si può interrogare quale sia lo statuto ontologico di questa opera, se può essere considerata o meno attività artistica anche se non fatta, canonicamente, da mani d’uomo. E’ innegabile però che questo sia il frutto dei tempi presenti. in cui l’arte sta notevolmente cambiando e si sta contaminando con le tecnologie, permettendo così a Filippo di vivere le vite che non ha vissuto e, di fatto, essere eternizzato in una sorta di Purgatorio digitale. Che poi forse è sempre quell’antico sogno dell’uomo di essere immortale e trovare un rimedio alla sua intrinseca caducità.
Eva e Franco Mattes sono un duo di artisti italo americani che sono stati tra i primi ad utilizzare internet per creare arte, spesso con opere molto controverse. Nel 2008 crearono una installazione con un pupazzo di Topolino, mobili ed oggetti di scena, venne fotografata e poi distrutta. L’intento era quello di farla rivivere solo attraverso una immagine che potesse poi diventare virale in rete. In un primo momento questo non accadde, ma dodici anni dopo, nel 2020, essa riemerse e fu utilizzata come base per meme, venendo ripetutamente modificata. In mostra sono esposti cento esempi di questo utilizzo, tra cui un bozzetto di una rielaborazione del Topolino fatto da un disegnatore della Disney. Ciò spinge verso una riflessione molto interessante: nella nostra epoca una volta che un artista ha prodotto un’opera, alla fine non è più sua ma dell’intera umanità che può prenderla e farne quello che vuole, nel bene e nel male.
SPETTRI DIGITALI
Esposizione delle opere degli artisti vincitori della seconda edizione del Premio Paul Thorel:
Alterazioni Video, Eva e Franco Mattes e Anna Franceschini
a cura di Sara Dolfi Agostini
30 Maggio – 14 Luglio 2025
Museo Madre – Via Luigi Settembrini 79, Napoli.