Un patrimonio di inestimabile valore lasciato a prendere polvere nel deposito degli Scavi di Oplonti nell’attesa di una realizzazione di un museo che, oggi come oggi, non esiste ancora.
Un intero gruppo marmoreo, sculture, pezzi di anfore, vasi, intonaci buona parte degli ori di Oplonti – custoditi in alcuni caveau delle banche quando non sono esposti all’estero – lasceranno presto la città per partire alla volta degli Stati Uniti d’America; i quali, non hanno badato a spese: quasi un milione di dollari investiti per i costi di assicurazione, imballaggi e costi di trasporto.
L’operazione rientra nel “The Oplontis Project”, il cui responsabile è il professore americano John Robert Clarke: se qui questi tesori non sono stati valorizzati e degnati dell’attenzione che meritano, tutt’altro destino li aspetta oltre oceano: saranno protagonisti di una mostrai itinerante che, alla fine del 2015, farà tappa nelle università di quattro stati: la storia della vita oplontina tra lusso e tempo libero ai tempi dell’imperatore Nerone e di sua moglie Poppea.
Non solo università, ma anche musei di altri quattro stati: The Kelsey Museum of Archeology del Michigan, il Montana State University Museum of the Rockes, lo Snet College Massachusetts e il Museum San Antonio nel Texas.
Per circa due anni saranno “presi in ostaggio” dagli americani in attesa che presto possano rientrare a Torre Annunziata trovando finalmente una giusta collocazione in uno spazio espositivo permanente.