I dati pubblicati dall’Ufficio Statistica del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, relativi all’anno 2013, vedono la regione Campania al primo posto nel Mezzogiorno per introiti lordi provenienti dagli incassi di musei, monumenti ed aree archeologiche statali.
Su un totale di 30.602.099,32 di euro incassati al sud, 28.782.761,32 provengono dalla Campania.
In un quadro nazionale, il Mezzogiorno, con la Campania traino per la cultura, si inserisce al secondo posto dopo l’area del centro Italia, dove il Lazio, con a capo il circuito del Foro Romano, Colosseo e Palatino, produce da sola introiti lordi per 54.709.250,00 milioni di euro, su quasi 80 miliardi regionali. In coda il nord con 15.451.895,94 miliardi di euro.
I dati statistici, utili nei processi decisionali e produttivi, fondamentali per introdurre modifiche di gestione e necessari nella rendicontazione, offrono una trasparenza nei dati e nei risultati immediata e di chiara lettura anche ai non addetti ai lavori.
Nel podio della cultura campana, al primo posto per numero di ingressi (2.413.515 paganti e non paganti), il sito archeologico di Pompei con un introito al netto di 18.628.904,67 milioni di euro. Segue il sito archeologico di Ercolano con 329.669 ingressi per 1,560.726,56 di incassi. Al terzo posto il circuito museale Vanvitelliano – Reggia di Caserta con 1.319.939,23.
Quarto posto ancora nell’area vesuviana col circuito integrato e biglietto cumulativo per Pompei, Ercolano, Oplontis e Boscoreale con 1.052.190,92 milioni di introito netto. Seguono il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paestum, la Grotta Azzurra ad Anacapri, il Museo di Capodimonte, il Castel S. Elmo e la Certosa di San Martino di Napoli.
In aumento gli introiti rispetto all’anno 2012, in cui la posizione della Campania, per numero di visitatori e incassi, era sempre la medesima, secondi soltanto alla regione Lazio e seguiti dalla Toscana.
Nonostante questi dati decisamente positivi, secondo il rapporto 2014 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, la Campania produce per l’industria della cultura solo il 4,4% di valore aggiunto, incidendo per il 4,5% sul mercato dell’occupazione, aggiudicandosi il 13º posto nella graduatoria.
Il rapporto, presentato col sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche con i dati del Centro Studi di Ance di Salerno, prevede un focus di attenzione sulle regioni dell’Obiettivo Convergenza tra cui la Campania è preceduta solo dalla Puglia con 4,6% di incidenza occupazionale con 74 mila addetti; a seguire Calabria e Sicilia.
Sembra chiaro dunque che i dati relativi agli ingressi e quindi al turismo effettivo della regione Campania e delle sue evidenti potenzialità, non vanno di pari passo con l’incidenza occupazionale e la capacità di produrre ricchezza, nettamente bassa nel quadro statistico nazionale.
In un periodo in cui la necessità di lavoro si fa emergenza, sono i numeri a dimostrare che bisognerebbe guardare alla cultura e al turismo, che ad essa è strettamente collegato, con uno sguardo più attento alle possibilità imprenditoriali ed economiche per una giusta ricaduta in termini di sviluppo e occupazione per il territorio.