Aria frizzantina, buona musica e ottimo cibo. Ecco gli ingredienti principali della Festa dei Sapori Contadini di Ticciano, un piccolo borgo inerbicato sulle colline vicane che portano sul Monte Faito. Proprio qui, nelle vie principali del paese, si sono ritrovati tutti, proprio tutti, per festeggiare quello che è un appuntamento da non mancare: i protagonisti, sono – e saranno anche per i prossimi due giorni fino a mercoledì 13 agosto – i prodotti ed i piatti tipici della tradizione rurale.
Menu ricco e pieno di varianti: si può iniziare con un piatto di “sapori contadini” composto da Zeppola di melanzana e provola affumicata, pomodorino gratinato al pane aromatico, zucchine alla scapece, gazzettino di fagioli e pancetta, spicchio di Provolone del Monaco e fagioli all’insalata; per poi proseguire con il piatto del “saggio contadino”, con i classici spicchi di Monaco, pera caramellata , noci tostate e miele. Per gli amanti dei primi piatti, immancabili, gli ziti al ragù di capra, la pasta e fagioli, oppure la trippa di vitello con fagioli, un panino con la salsiccia e, per concludere con il piatto tipico della zona, la capra alla Ticcianese.
A parlarcene è il presidente dell’associazione Circolo Acli di Ticciano Ciro Buonocore: “E’ una ricetta che per molti è ancora segreta. E’ un semplice ragù, dove viene messa a bollire la conserva di pomodoro con gli odori tradizionali della cucina napoletana. Il segreto però è rappresentato dalla pulitura della carne di capra, un processo molto delicato e che richiede molto tempo. E’ fatto dalle massaie e cuoche più anziane, perché solo loro conoscono a fondo il procedimento essenziale per la preparazione del piatto”.
Da tempo ormai Ticciano è sinonimo di buona cucina, se non altro anche perché uno dei cugini del presidente del circolo Acli Buonocore è uno degli chef più rinomati della cucina italiana, ovvero Antonino Cannavacciuolo: “E’ il nostro orgoglio – commenta con soddisfazione Ciro Buonocore – vedere un pezzo della nostra terra in giro non solo per l’Italia ma anche nel mondo. Lui incarna alla perfezione lo spirito di Ticciano”.
La festa, a suon di musica grazie al complesso “Koala” è stata arricchita da vari giochi a premi ed ha visto la partecipazione di centinaia di persone, per un evento che ormai si tramanda da ben 22 edizioni, organizzate sempre da persone del posto: “Abbiamo costituito un’associazione qualche anno fa perché il comune aveva vietato qualsiasi tipo di organizzazione di eventi. Abbiamo dovuto regolamentarci per poter permettere lo svolgimento di questa festa, molto sentita perché con i fondi che raccogliamo, ci possiamo permettere la restaurazione di varie opere, come la chiesa di San Michele Arcangelo, i cui lavori sono stati fatti grazie al denaro raccolto nella scorsa edizione”.
Non solo degustazione e musica ma anche tradizione alla festa dei sapori contadini, come la conservazione del lavoro di “sportaro”: la riproduzione di oggetti o cesti di legno tramite l’arte dell’intaglio ha caratterizzato per lungo tempo l’economia del paese, tanto che alcuni continuano in quest’arte, spesso denigrata a vantaggio di una globalizzazione che, piano piano, rischia di far scomparire uno dei punti fermi della tradizione di Ticciano. Nei vari angoli del paese si può assistere alla preparazione della “sporta” da parte degli artigiani del posto: un modo esemplare per tenere viva la cultura ticcianese, attraverso la festa dei sapori contadini.