Archeologia, Mediterraneo, cinema e giovani: il Festival della Memoria di Ercolano

Alla presentazione del Festival della Memoria al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, in provincia di Napoli, svoltasi il 17 settembre, hanno partecipato l’Assessore alla Cultura della Regione Campania Caterina Miraglia, Luigi Lucarelli, Commissario Straordinario Fondazione Cives e l’Assessore alla Cultura della Provincia di Napoli Francesco de Giovanni. L’inaugurazione è stata moderata dal Direttore del MAV e curatore del Festival della Memoria Ciro Cacciola che ha aperto la discussione di presentazione.

Cacciola ha introdotto la manifestazione che coinvolgerà il pubblico in cinque giorni di cultura, arte e archeologia, sottolineando come sia stata “una felice intuizione dell’Assessore Miraglia il programma del Forum Universale delle Culture di Napoli e Campania dei siti Unesco” in cui rientra il Festival ercolanese. Ma molti si sono domandati in questi giorni il perchè del titolo del festival, cosa si intende per memoria? “Quando abbiamo pensato al tema per Ercolano, non potevano non pensare alla memoria perché la città stessa è una testimonianza del passato e del segno della cultura europea e del Mediterraneo. Ed infatti la prima memoria declinata è l’archeologia. Ma tra i temi non ci sarà solo l’archeologia come disciplina ma anche ‘l’archeologia del sapere’, per questo sono stati messi insieme intellettuali, autori, cineasti a cui è stato chiesto un intervento. Si parla poi anche di memoria storica con particolare riferimento all’evento con cui nasce il secolo breve cioè il conflitto di Sarajevo, primo grande conflitto del novecento, ultimo sanguinoso negli anni Novanta”. Ma Cacciola spiega anche che “Il sottotitolo è indicativo, il passato visto con gli occhi del futuro, a cui ci si approssima con un metodo archeologico”.

Nelle parole di Gigi Lucarelli l’intenzione di portare il Festival della Memoria di Ercolano a diventare come tanti altri festival campani, come Ravello o Giffoni, realtà consolidate nel panorama regionale. Il festival dovrà avere una ricaduta sul territorio cittadino e da qui verso tutta l’area regionale. Come afferma il commissario della Fondazione che guida sapientemente il Museo Virtuale “queste iniziative costituiscono l’opportunità di mettere la cultura al centro di un’idea.

La Fondazione Cives spera di rappresentare un contenitore culturale per tutto il territorio che da Napoli giunge fino alla penisola sorrentina, così la cultura potrà diventare un vettore di sviluppo perché aprirsi alla produzione culturale significa aprirsi all’intraprendenza anche economica”.

Lucarelli ha poi spiegato quali saranno i temi che guideranno le giornate al Mav: “Il filo conduttore è la memoria, ad Ercolano significa soprattutto parlare di archeologia per questo ci saranno dodici incontri tra esperti italiani e stranieri che discuteranno di tecniche di gestione, di nuove tecnologie. C’è anche un momento ludico e didattico al tempo stesso con la mostra Archeo Dulcis allestita in una delle sale del Museo. Altro tema è il Mediterraneo, tema di straordinaria attualità, perché è l’area su cui guarda la nostra regione, un’area che pulsa di straordinaria intensità, purtroppo non positiva ora. Altro tema è il cinema strumento tradizionale di memoria, sia memoria del cinema che nel cinema. E infine, ma solo per ordine, i giovani, coinvolti per capire come vedono gli scavi, il territorio”. L’interesse verso lo sguardo dei giovani è stato tradotto nell’altra esposizione che sarà presente durante tutti i giorni della manifestazione A fil di lava, costituita da fotografie, opere artistiche realizzate dai bambini dei Centro Ercolano e che rappresenta “l’occhio delle nuove generazioni sul territorio

Dopo i saluti del Sindaco di Ercolano Vincenzo Strazzullo, che si è detto orgoglioso per la città “crocevia di cultura grazie alla presenza di numerosi siti di interesse culturale, gli scavi archeologici, le ville vesuviane”, ha salutato i presenti una delle giovani ragazze straniere chiamate al Mav per collaborare ai lavori della manifestazione. Vengono da numerose nazioni una trentina di giovani volenterosi che si occupano dell’accoglienza, dell’assistenza ai visitatori, dell’ordine delle sale per le proiezioni e molto altro.

Ha espresso la sua opinione in merito al Festival una ragazza tedesca studentessa di antropologia culturale che ha sottolineato come sia importante per i giovani di diverse nazionalità potersi incontrare per scambiare punti di vista su differenti culture.

Infine l’Assessore Caterina Miraglia ha ribadito l’importanza del Forum delle Culture che a differenza del format spagnolo nato a Barcellona, si è rivolto, su decisione sua e del Presidente Stefano Caldoro, all’intera regione Campania ed in particolare ai siti Unesco che sono stati teatro di numerosissime iniziative culturali. “Sarebbe stato facile individuare solo Pompei come possibile contenitore per il Forum, ma c’era la voglia di fare quello scatto di orgoglio per non raccontare solo il marcio ma anche lo splendore, l’eccellenza della regione intera”.

Il Forum è riuscito nei suoi obbiettivi tangibili ossia riportare gli spettacoli al Teatro Grande di Pompei e procedere con l’illuminazione della reggia di Caserta e di piazza Vanvitelli “quindi – come afferma la Miraglia – il risultato più grande è stata la continuità delle azioni che non si sono fermate ad una giornata per la festa di paese ma a dei progetti seguiti con criteri oggettivi e consapevoli e soprattutto continuativi nel tempo”.

Alla presentazione è seguito l’evento inaugurale guidato dal pittore e artista gallese Peter Greenaway che ha mostrato alcune immagini tratte dai suoi lavori e in prima assoluta alcune immagini del suo ultimo lavoro “Eisens tein” dedicato al regista russo e al suo periodo messicano. Nelle sue proiezioni il tema del rapporto tra memoria e immagine, tra realtà e conoscenza e pittura. 

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