Napoli cuore del turismo europeo. Tra Capodimonte ed il Museo Madre una tre giorni intensa che il ministro Dario Franceschini proverà a tenere serrate le fila di un rapporto cultura – turismo – economia molto complesso, ma ricco di possibilità, finora inespresse, sfruttate molto al di sotto delle reali potenzialità.
“Il punto centrale dei lavori – ha dichiarato alla stampa il ministro Franceschini – sarà la necessità di incrociare produttivamente le politiche della cultura con quelle del turismo. Si discuterà su come tenere assieme il patrimonio culturale e le possibilità turistiche. Sono molto contento della scelta di Napoli per questo primo incontro dei ministri europei della cultura. È un segnale importante. C’è una parte d’Italia che si lamenta dei troppi turisti nei centri storici, come Venezia, Firenze e Roma e ce n’è un’altra, come Napoli, che ha un passato di grande capitale, la Campania, il Sud, che, invece, nonostante abbia potenzialità, paesaggio, arte, archeologia, non attrae abbastanza turismo. Abbiamo ricevuto un milione di prenotazioni di cittadini stranieri che verranno in Italia per andare all’Expo 2015. Il mio ed il nostro obiettivo è far sì che, al termine della rassegna, questi turisti, invece di andare a Berlino, a Londra o a Parigi, scendano al Sud”.
Ecco allora quale potrebbe essere per il ministro la ricetta giusta per incrementare il flusso turistico nella città ed in regione: “Per attrarre turisti non bastano i capolavori, come per i viaggiatori dell’Ottocento. Bisogna puntare sui servizi, i trasporti, l’assistenza sanitaria, il cibo, lo shopping e, naturalmente, la sicurezza. Napoli, sotto quest’ultimo aspetto, soprattutto, ha un’immagine negativa, in gran parte sbagliata, alla quale ha pesantemente contribuito anche la passata crisi dei rifiuti. Ma è un’immagine che potrebbe essere archiviata se si lavora bene. Magari facendo sistema. Napoli, la Campania e il Sud non sono soltanto centri storici, ma archeologia, natura, paesaggio. Le potenzialità del Sud sono infinite, anche dal punto di vista della creazione di posti di lavoro. Pensi non solo a Napoli e Pompei, ma anche a Matera, ai Bronzi di Riace e potremmo fare un elenco lunghissimo, senza contare il mare e la natura. Bisogna crederci. Purtroppo la politica italiana non ha mai davvero creduto nelle potenzialità economiche dei Beni Culturali. Si è limitata, giustamente, a tutelarla, ma ha poco considerato la valorizzazione turistica. È questo limite che bisogna abbattere”.