Pinocchio in napoletano, ecco la favola in dialetto

Che succede se Pinocchio parla napoletano, mastro Ciliegia diventa mast’Antuono e Geppetto prende il nome di ‘Pulentina? Bisognerebbe chiederlo a Luigi Vittorioso, vulcanico bancario in pensione che a Torre del Greco ha deciso di dare vita alla sua nuova opera. Esattamente a un anno dai Promessi Sposi in dialetto napoletano, arriva infatti ‘O cunto ‘e Pinocchio: la favola del burattino più famoso e amato dai bambini che sciacqua i panni nel mare del Golfo di Napoli.

“Un’’idea nata proprio alla presentazione del libro sui Promessi sposi – ha raccontato Vittorioso in un’affollata presentazione alla sala d’arte Madonna a Torre del Greco – quando un amico mi disse se avessi mai pensato a una favola in dialetto. Ed allora leggendo e rileggendo mi è venuta in mente la favola di Pinocchio”.

Uno scugnizzo di legno che, nel racconto di Vittorioso, accompagnato dalla magia della lingua partenopea, incontra Mangiafuoco, il gatto e la volpe, Lucignolo.

Accompagnato dalla lettura del maestro Nicola Di Lecce e con le parole di prefazione affidate a Mario Vitiello, Vittorioso ha ripercorso la genesi del libro, rivelando anche di essere pronto ad un’opera immane. Quella che ha già ottenuto il riscontro positivo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che, rispondendo a una lettera di Vittorioso, ha elogiato “l’opera creativa spronando a fare ancora di più”.

Un libro che, come anche quello dello scorso anno, vedrà il proprio ricavato devoluto ad un’associazione benefica. In questo caso sarà la Caritas della parrocchia di Sant’Antonio, che destina i propri fondi per sfornare circa 50 pasti al giorno aiutando quasi 200 famiglie bisognose. 

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