Il mito racconta bisogni religiosi, esigenze morali, codifica e materializza le credenze radicate nel tempo e nelle generazioni. Il mito è un ingrediente vitale della civiltà, una forza attiva e performante costruita nel tempo, da cui, anche se in forme e modi diversi, ancora non ci allontaniamo.
Molti sono i miti legati alle terre della Campania, numerose e affascinanti sono le leggende legate a fondazioni ed origini di tantissimi dei suoi meravigliosi luoghi storici.
Monstra, collana per giovani menti, una serie di affascinanti storie mitiche, esseri strani, mostruosi, terribili e potenti al tempo stesso, opera ultima dell’archeologa Helga Di Giuseppe, partita dalle sue ricerche sul campo per realizzare la collana edita per Scienze e Lettere.
Già due sono i testi pubblicati Acheloo e Sirene, quest’ultimo scritto in collaborazione con Felice Senatore, anch’egli insigne studioso campano. Sirene insieme ad uno dei volumi di futura pubblicazione che avrà come soggetto la Sibilla cumana, sono stati il motivo conduttore del nostro approfondimento sul lavoro di recente pubblicazione della Dott.ssa Di Giuseppe. I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Emanuele Carosi per Acheloo e Martina Vanda per Sirene.
La tomba di Partenope Sirena, che sarà nucleo di fondazione della città di Napoli, la stessa sirena che viveva nell’arcipelago de Li Galli a largo di Punta Campanella insieme a Leucosia e Ligeia e la Sibilla, somma sacerdotessa dell’oracolo di Apollo e di Ecate situato nella città di Cuma, queste ed altre sono le storie narrate di cui abbiamo discusso con l’autrice.
Come nasce l’idea di una collana per ragazzi incentrata sui miti?
Con la collana “Monstra” ho voluto far conoscere ai più piccoli un aspetto poco noto, o mal noto, della mitologia classica, quello riguardante il mondo del mostruoso, del diverso, dell’ibrido, del liminare. La scelta del filone mitologico è legata a varie ragioni: prima di tutto, la percezione che il filone mitologico continui a essere quello più seguito nella letteratura per ragazzi; poi il mio incontro come archeologa con il dio-fiume Acheloo rinvenuto in forma di protome di tegola di gronda in occasione dello scavo archeologico della villa lungo la Flaminia sotto l’attuale Auditorium Parco della Musica di Roma, che mi ha portata ad approfondirne la conoscenza. Inoltre, l’attenzione che questo nostro tempo sta dedicando ai mostri nell’antichità – come dimostrano numerose mostre, dibattiti e convegni organizzati negli ultimi anni sul tema – ha certamente costituito un ulteriore stimolo.
I Monstra sono esseri inesistenti in natura, in parte uomini, animali e cose, nati fin dall’inizio con questa forma o più spesso menomati e trasformati a seguito di una punizione inflitta dagli dèi dell’Olimpo. Nell’antichità il mostro era qualcosa di esagerato, di grande, di strano, una categoria soprattutto fisica; i mostri erano quelli contro cui l’eroe combatteva, erano qualcosa di incontrollabile, esseri superiori in bellezza, abilità, astuzia e per questo capaci di sfidare gli dèi che, non tollerando la superiorità di questi esseri, li deformavano per sempre al fine di mortificarli nelle loro qualità più specifiche.
Crede che possa essere uno strumento didattico utile allo sviluppo intellettuale delle giovani menti?
Certamente. I temi evocati da tali mostri sono estremamente attuali, in quanto ci costringono a riflettere sulle ingiustizie sociali, sull’assenza di merito di cui paghiamo quotidianamente le conseguenze, sulla discriminazione a cui i “bravi”, i “belli”, gli esseri “superiori”, quelli definibili “non gestibili” possono esseri sottoposti, venendo obbligati a diventare perdenti, pur essendo potenzialmente dei vincenti.
La speranza con questa collana è quella di stimolare nel bambino gli strumenti critici, un senso di solidarietà nei confronti dei “vulnerati” e anche un desiderio di riaffermazione della giustizia, affinché non ci si rassegni all’idea che tutto è immutabile.
La struttura dei testi prevede un dialogo diretto tra il mostro che si presenta in prima persona, facendosi conoscere e il bambino che, pur non comparendo mai fisicamente nelle scenografie, è chiaramente presente con le sue curiosità, domande, preoccupazioni, paure e stupore di fronte a quello che vedrà e che di eccezionale sentirà dalla bocca stessa del mostro.
Ogni mostro che si presenta illustra attraverso la sua storia un tema di volta in volta diverso. Lo sconosciutissimo Acheloo, ad esempio, con cui abbiamo volutamente aperto la serie, era nell’antichità il simbolo di tutte le acque locali che scorrono, in un’accezione però particolare. Infatti, in passato, ogniqualvolta l’uomo deviava, captava, prosciugava un corso d’acqua locale, chiedeva “scusa” alla divinità tutelare di tutti i corsi d’acqua, ovvero Acheloo rappresentato come toro con volto umano su monete, altari, terrecotte che venivano appositamente realizzate come forma di “risarcimento” al dio per la manipolazione del regime idrografico. Le città antiche di area campana chiedevano spessissimo ‘scusa’ ad Acheloo a giudicare dalla gran quantità di monete emesse tra il IV e III sec. a.C. che riportano il suo volto (vd. ad es. Cuma, Napoli, Sorrento, Nola, Alifae, Cales, Compulteria, Suessa Aurunca, Teanum Sidicinum, Beneventum, Paestum). E allora con il volume Acheloo vogliamo riaffermare l’importanza di rispettare i fiumi locali in un periodo di generale disattenzione per i regimi idrografici, disattenzione che paghiamo ogni anno e ripetutamente con vittime umane, animali, distruzioni di città, territori, boschi, attività agricole e produttive
La Terra delle Sirene, dalla Penisola sorrentina a Napoli e Salerno, continua ad essere fonte di ispirazione?
I miti che si concentrano tra il golfo di Napoli e quello di Salerno, includendo la Penisola Sorrentina sono tra i più complessi e affascinanti che si conoscano. Non è un caso che abbiamo voluto dedicare il secondo numero proprio alle Sirene che in penisola avevano il loro principale luogo “d’azione” dal quale poi si sono spostate per toccare Napoli, Paestum e Terina. Con il volume Sirene abbiamo trattato un tema sociale come la seduzione della conoscenza vanagloriosa di sé che può portare persino alla morte. Le Sirene esprimono indipendenza femminile, autodeterminazione, rifiuto delle regole sociali costituite. Le Sirene sono seduttrici per definizione e quindi incantatrici, ma la loro seduzione – badate bene – non è sessuale (lo diventerà nel tempo con l’evoluzione in donne-pesce a partire dall’alto-medioevo), ma intellettuale; è una seduzione più raffinata, pericolosissima in quanto ingannevole.
Si attende la pubblicazione di altri volumi, in particolare si prevede la pubblicazione di un volume che racconterà di un altro meraviglioso mito che riguarda la regione Campania, la Sibilla cumana, può anticiparci qualcosa?
Il prossimo volume in scaletta sarà Adone che tecnicamente non è proprio un monstrum ma comunque un essere che subisce una metamorfosi. A seguire avremo la Sibilla Cumana che ci accompagnerà tra le strade di Cuma, svelandoci tutti i suoi segreti e facendoci conoscere la storia di questo centro importantissimo per le nostre radici.