I cancelli degli Scavi di Pompei questa mattina sono rimasti chiusi a causa di un’assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa, nonostante le notizie rassicuranti di ieri, in merito alla concomitanza con i lavori per l’allestimento dello spettacolo di Roberto Bolle e le assemblee sindacali imminenti. Gravissimi i disagi per turisti e tour operator non avvisati dell’improvviso cambio di programma delle rappresentanze sindacali aziendali.
É stato il soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia Massimo Osanna a cercare di risolvere di persona la questione aprendo egli stesso i cancelli alle 10:30, contrattando singolarmente con i funzionari della Soprintendenza la garanzia della custodia delle Domus. Si era formata, infatti una fila di oltre 2mila turisti ai botteghini, con gravissime tensioni.
“Mi hanno dato anche del fascista perché sono andato di persona a riaprire i cancelli ad assemblea in corso. Credo sia più importante evitare che migliaia di turisti arrostiscano sotto al sole. Io vado avanti per la mia strada”. Sono le parole di un esasperato Massimo Osanna, il soprintendente alla guida degli scavi da oltre un anno e che impegnato, tra l’altro con il Grande Progetto di restauro e valorizzazione del sito archeologico forse più importante al mondo. E già trapelano voci sull’avvio di un’inchiesta interna, volta ad individuare se esistano eventuali responsabilità con conseguenti provvedimenti disciplinari.
A metà mattinata la situazione era risolta. Ma il caso era già scoppiato e amplificato dalle innumerevoli dichiarazioni rilasciate da tutta Italia da politici ed imprenditori. Inutile cercare di arginare il flusso di dichiarazioni roventi: “Come al solito l’immagine di Pompei ne esce con le ossa rotte. Proprio ora che ci stiamo rimboccando tutti le maniche per cambiarle l’idea di un luogo irrecuperabile”. Ed i numeri sembrano dargli ragione, vista l’attività di circa 30 cantieri tra scavi, restauri e messe in sicurezza. Ma a quanto pare non basta per evitargli l’etichetta di “fascista”.
GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE
Ore 12:00 – Non si è fatta attendere la risposta, al vetriolo, del soprintendente Massimo Osanna: “La chiusura dei cancelli di questa mattina – dichiara – è stata un colpo basso e un comportamento irrispettoso nei confronti di centinaia di turisti non responsabili ed estranei a vicende interne all’amministrazione, giunti a Pompei per ammirare un patrimonio mondiale unico che l’Italia ha la grande fortuna di possedere. Nonostante la mia massima disponibilità al dialogo e a venire incontro alle esigenze dei sindacati, questa mattina, venendo meno alle garanzie che mi erano state riservate, gli scavi sono rimasti chiusi. Ho dovuto provvedere all’apertura dei cancelli, purtroppo in ritardo, reclutando i funzionari archeologi di servizio”.
Ma c’è dell’altro, perché il soprintendente Osanna prosegue lanciando frecciatine alle organizzazioni sindacali: “Quello di alcune sigle sindacali è un atteggiamento, a mio parere, irresponsabile. Le esigenze legittime dei lavoratori sono da rispettare e tutelare, ma non si può continuare a mancare di rispetto al pubblico che è quello che garantisce il lavoro stesso di chi protesta. Il confronto richiesto dai sindacati con l’amministrazione e il Ministero non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell’immagine internazionale di Pompei e di tutto il paese nel mondo”.
Ore 12:15 – Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, il quale, attraverso il proprio profilo facebook, ha dichiarato: “Un’altra assemblea a sorpresa a Pompei costringe i turisti in fila al Sole. Così si fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e al proprio paese”.
Ore 12:45 – Arrivano le dichiarazioni del Sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale in Campania per il Nuovo Centrodestra Gioacchino Alfano: “L’assemblea a sorpresa indetta dai sindacati dei lavoratori della Soprintendenza speciale di Pompei, Ercolano e Stabia ha creato disagi che dovevano e potevano essere evitati in questo periodo particolare dell’anno. Inoltre, come ha già evidenziato il ministro Franceschini, i danni derivanti sono incalcolabili. Pompei è uno dei siti archeologici più importanti in Italia e nel Mondo. Se sono comprensibili le proteste dei lavoratori, le modalità con cui essere vanno portate avanti devono essere meno selvagge e i sindacati devono essere più responsabili”.
Ore 12:50 – “Lavoreremo di più e a costi inferiori”, dichiara il rappresentante sindacale aziendale della Cisl Antonio Pepe: “I dipendenti della soprintendenza si attiveranno per tenere aperte anche più domus di quelle assicurate dalla Scabec. La nostra – sottolinea – sarà una ‘protesta al contrario’. Vediamo se così il Mibact ci darà ascolto”.
Ore 13:10 – Il presidente del Gruppo Misto alla Camera e componente della commissione Cultura Pino Pisicchio si esprime così: “L’Italia potrebbe vivere bene utilizzando al meglio le sue risorse culturali: quante volte l’abbiamo detto e sentito dire. Ma accade che, nel bel mezzo di luglio, le porte di uno dei siti archeologici più celebrati e visitati del mondo, Pompei, restino chiuse, per questioni sindacali. Ancora una volta, dopo il caso di Caserta, con l’inaccessibilità della reggia per analoghi motivi. Non è più accettabile che questo avvenga in Italia. Chiederò una commissione d’indagine parlamentare sulla tenuta e sul funzionamento dei beni culturali nel nostro paese, affinché chi deve venga a spiegare al parlamento i suoi comportamenti”.
Ore 13:29 – Prende parola il segretario generale della Cgil Campania Franco Tavella: “L’iniziativa messa in atto oggi da alcune sigle sindacali a Pompei danneggia l’immagine della Campania e di uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Sono forme di protesta che penalizzano anche le stesse organizzazioni che le promuovono. Abbiamo già, in altre occasioni – ricorda Tavella – preso le distanze da iniziative del genere che, come è successo oggi, hanno costretto oltre duemila turisti a rimanere in attesa davanti ai cancelli chiusi degli Scavi. Il senso di responsabilità dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali deve essere un punto fermo per salvaguardare il destino di un’eccellenza mondiale come Pompei che rappresenta uno straordinario volano di sviluppo per l’economia campana”.
Ore 13:32 – “Stiamo facendo una figuraccia mondiale – tuona il presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni – e a pagare il conto sono, come al solito, gli ignari visitatori e le imprese turistiche che organizzano i viaggi e le escursioni in uno dei luoghi più visitati del nostro Paese. Pompei dovrebbe essere il nostro migliore biglietto da visita; un biglietto già logoro e sgualcito da anni di colpevole incuria”. Il presidente Maddaloni si scaglia, però, anche contro il ministro Franceschini: “Non può semplicemente parlare di danno incalcolabile. Serve da un lato una strategia governativa condivisa per scongiurare, in ogni caso, la chiusura improvvisa degli Scavi e, dall’altro, una forte assunzione di responsabilità dei sindacati e dei lavoratori”.
Ore 14:10 – “I sindacati stanno uccidendo l’Italia – dichiara senza mezzi termini Francesco Giro, senatore e responsabile nazionale dipartimenti di Forza Italia -. Alle spalle dei diritti dei lavoratori, si stanno perpetrando danni enormi all’Italia e agli italiani. E’ l’ennesimo colpo al cuore del turismo italiano. Mi chiedo dove siano le procure, i giudici, le autorità pubbliche delegate al controllo di questi episodi e all’applicazione delle norme”.
Ore 15:15 – Lorenza Bonaccorsi, membro del Partito Democratico, sembra sulla stessa lunghezza d’onda: “Continuiamo così, facciamoci del male. Abbiamo offerto al mondo lo spettacolo deprimente di cancelli chiusi e centinaia di turisti in fila sotto il sole. Così non si tutelano i diritti dei lavoratori”.
Ore 15:30 – Ci va giù pesante anche Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Italiana Unesco: “I sindacati si vergognino per quanto accaduto questa mattina a Pompei. I diritti nel mondo del lavoro sono sacrosanti, ma non possono essere esercitati a scapito di turisti e cittadini. Anche loro hanno il diritto di essere informati e non ‘torturati’ sotto il sole cocente senza poter accedere agli scavi. Credo che il danno di immagine sia immenso e che chi fa migliaia di chilometri per venire a visitare le bellezze del nostro Paese non meriti un simile trattamento. Queste faccende sono di competenza del Governo, che mi auguro intervenga affinché non si ripetano mai più”.
Ore 15:41 – “L’atteggiamento assunto dalle organizzazioni sindacali a ridosso, tra l‘altro, di grandi eventi non fa assolutamente bene alla città di Pompei. Le chiusure, improvvise e immotivate, vanificano in un attimo l’azione intrapresa dalla Soprintendenza archeologica, dallo staff del Grande Progetto Pompei e dall’Amministrazione comunale che assieme e con fatica stanno lavorando perché Pompei venga percepita come un’unica, sinergica città”. Lo ha detto il sindaco di Pompei Ferdinando Uliano. “Di fronte a queste posizioni così nette – continua il primo cittadino – resto letteralmente esterrefatto e comprendo, oltre che condividere, la rabbia del Ministro Franceschini. Riconosco che l’area archeologica presenti ancora diverse criticità, ma condanno senza mezzi termini la reazione delle forze sindacali. Auspico al più presto un incontro con il ministro Franceschini e il sovrintendente Massimo Osanna per affrontare con decisione tutte le problematiche legate all’area archeologica. Sono certo che una collaborazione continuativa e fattiva tra Comune, Sovrintendenza e Ministero sia la sola e unica strada per risolvere alla radice le questioni ancora in sospeso e scongiurare ulteriori e inutili mortificazioni al Paese intero”.
Ore 16:12 – Ecco la richiesta, invece, del segretario nazionale dell’Italia dei Valori Ignazio Messina: “Il ministro Franceschini attivi i suoi poteri ispettivi per individuare eventuali responsabilità e sanzionare chi ha provocato la chiusura degli scavi di Pompei e pesantissimi disagi ai visitatori a causa di un’improvvisa assemblea sindacale. I diritti dei lavoratori devono sempre essere tutelati, ma imporre gravi disagi a chi non ne ha colpa e forzare le modalità di protesta è un atto inaccettabile e non degno di un Paese di livello europeo”.
Ore 16:12 – Invoca sanzioni anche Mara Mucci, deputata di Alternativa Libera: “E’ stata una follia e un atteggiamento irrispettoso nei confronti dei visitatori italiani e stranieri che fanno tanti chilometri per ammirare un sito dal valore inestimabile. Lo sciopero selvaggio messo in atto oggi ha determinato un gravissimo danno economico per il nostro Paese e l’immagine dell’Italia ne esce molto danneggiata. Un comportamento del genere andrebbe sanzionato. Se i sindacati, la cui credibilità nel nostro Paese è davvero ai minimi storici, debbono riunirsi possono farlo a sito chiuso, la salvaguardia del servizio viene prima”.
Ore 16:15 – “Quanto successo stamattina a Pompei ha effetti ancora più dannosi dei crolli degli ultimi mesi. Pompei è un sito archeologico ormai in declino, affidato a gente che doveva tutelarlo e che invece ha lasciato che incuria e corruzione dilagassero”. Così i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Cultura di Camera e Senato commentano la chiusura degli scavi a causa di un’assemblea sindacale. “Il Grande Progetto Pompei – continuano – sta ancora aspettando le risorse umane che governo e Mibact avevano promesso e senza le quali il sito archeologico non può ripartire. Se il sito lavora sotto organico, poi questi sono i risultati”.
Ore 16.20 – Il senatore di Forza Italia, segretario della Commissione Istruzione e beni culturali di Palazzo Madama Marco Marin parla di “schiaffo all’Italia, al buonsenso e al nostro turismo. Non si possono tenere 2mila visitatori di fronte ad un cancello chiuso. E a nulla serve reagire con un’ovvietà, con le solite parole, con le frasi fatte e scontate, come fa il ministro Franceschini. Si governa con fatti concreti. Cosa deve ancora accadere perché il governo intervenga per difendere l’immagine che l’Italia ha e merita? Forse serve ricordare a chi governa che siamo il Paese con il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco e questo immenso tesoro andrebbe valorizzato e difeso”.
Ore 16:25 – Con un tweet si esprime anche il senatore del Partito Democratico e presidente della commissione cultura a Palazzo Madama Andrea Marcucci: “Rispetto per i turisti, per l’immagine dell’Italia, per diritti dei lavorati. Sciopero selvaggio a Pompei sia sanzionato”.
Ore 17:00 – Sempre su twitter, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si esprime così: “Meno male che dobbiamo puntare su cultura e turismo per crescere. Caos a Pompei per chiusura scavi in piena stagione. Altro che cambiamento!”.
Ore 17:10 – “Sono due gli effetti devastanti – dice Lorenzo Dellai, presidente del gruppo per l’Italia – Centro Democratico alla Camera, in merito ai fatti di Pompei -. In primo luogo sono benzina sul fuoco dell’immagine di non affidabilità del nostro Paese che l’impegno di molti italiani sta cercando faticosamente di cancellare; in secondo luogo sono l’ennesimo duro colpo alla cultura delle relazioni sindacali nel settore pubblico e, in questo senso, penalizzano il futuro di chi invece nel settore pubblico lavora con serietà e dedizione. Nel mentre noi riconfermiamo la necessità del dialogo sociale e della concertazione virtuosa, chiediamo al governo che siano adottate misure drastiche e ferme per stroncare, a Pompei come altrove, tutte le manifestazioni di corporativismo irresponsabile e di boicottaggio delle risorse e dei talenti del Paese. “Se a Pompei – conclude Dellai – chi ha la fortuna di avere un lavoro garantito si comporta così, sarà meglio promuovere forme alternative di gestione dei beni culturali, fondate su imprese innovative promosse da giovani che abbiano voglia di fare e dimostrino un’etica del lavoro e della responsabilità di respiro più europeo”.
Ore 18:00 – Scende in campo anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca: “La chiusura dell’area archeologica di Pompei per un’improvvisa assemblea sindacale è una vergogna internazionale che danneggia l’Italia intera. E’ doveroso chiedere scusa ai turisti rimasti fuori dai cancelli – prosegue De Luca – senza preavviso alcuno. Simili atteggiamenti sono una catastrofe che penalizza l’intero comparto economico a cominciare dai lavoratori addetti. Metteremo in campo tutte le iniziative per sanzionare i responsabili dell’accaduto ed impedire in seguito che simili atteggiamenti creino danni rilevantissimi al futuro stesso di uno dei siti più ambiti ed attrattivi.
Ore 18:05 – Si pronuncia anche l’associazione dei consumatori (Codacons), anticipando la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli: “Porteremo nuovamente all’attenzione della magistratura la situazione assai grave legata al caos generato dalle assemblee sindacali che, di fatto, tengono in ostaggio il sito archeologico più importante del mondo, oltre che patrimonio dell’Unesco, producendo un danno all’intero Paese e rovinando l’immagine dell’Italia all’estero. Il comportamento delle sigle sindacali responsabili della chiusura di Pompei potrebbe configurare addirittura reati di natura penale, per i quali chiederemo alla procura di procedere”.
Ore 18:50 – Scende in campo anche Flavia Piccoli Nardelli, presidente della Commissione Cultura, schierandosi al fianco dei turisti rimasti all’esterno dei cancelli degli Scavi di Pompei: “Ogni anno milioni di turisti affollano le mete del nostro patrimonio culturale e non meritano le scene viste oggi a Pompei. Turismo e cultura sono essenziali al rilancio del nostro Paese. Come cittadina italiana esprimo la mia, a cui è stato impedito di visitare uno dei più grandi siti archeologici italiani. Quanto accaduto stamani è inaccettabile e non deve più ripetersi perché quello che è successo a Pompei è l’Italia che non vogliamo”.
Ore 18:55 – “Siamo diventati il Paese zimbello d’Europa e del mondo”, risponde con parole infuocate il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Occupiamo le prime pagine dei giornali per il degrado diffuso ormai ovunque. Altrove per quello che è accaduto oggi a Pompei qualcuno ci avrebbe rimesso di certo la poltrona. Una vergogna totale. Migliaia di turisti lasciati di fronte a cancelli chiusi senza un avviso o una spiegazione. Franceschini è responsabile di quello che è successo e che si sarebbe potuto evitare. Pompei non è un sito archeologico qualunque e il ministro dei Beni culturali, tra crolli e furti, ha dimostrato di non saper tutelare degnamente un bene così prezioso. Renzi e i suoi ministri sono la rovina d’Italia. Ci aspettiamo provvedimenti esemplari perché questa autentica vergogna non si ripeta più”.
Ore 19:35 – Arriva anche il “cinguettio” di Stefano Caldoro, capo dell’opposizione in Consiglio Regionale: “Pompei, brutta pagina la chiusura ma inerzia del Governo e della Regione Campania”.
Ore 19:40 – “Il ministro Franceschini – spiega Elvira Savino, deputata di Forza Italia, ha le sue responsabilità su Pompei, specie se si considera che quando era capogruppo del Pd alla Camera chiese le dimissioni dell’allora ministro del centrodestra Bondi proprio per la presunta cattiva gestione del sito archeologico. Ebbene da quando è ministro Franceschini, a Pompei è successo di tutto, compresi diversi crolli, ma evidentemente quando governa la sinistra la colpa è sempre degli altri”.