Perché la mia città merita di essere Capitale Italiana della Cultura

“La mia Ercolano merita di essere capitale della cultura per il suo grande patrimonio culturale ed ambientale, frutto di secoli di storia”. Lo ha detto Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, città in lizza per essere capitale italiana della cultura, la cui documentazione ufficiale è stata depositata al Ministero.

Attrattori eccezionali su un territorio che sa stupire: gli amministratori hanno saputo cogliere questa peculiarità coltivandola e portando la città a credere in questo sogno, dalla straordinaria esperienza dei movimenti antiracket, agli Scavi archeologici divenuti una best practice mondiale.

Non solo Vesuvio e gli scavi, ma anche tanto altro: come ad esempio il Museo Archeologico Virtuale, il Santuario della Madonna di Pugliano, il Mercato di Resina, il Miglio d’Oro con le Ville Vesuviane costruite dalla nobiltà borbonica; a questo si aggiunge un’altissima densità di facoltà universitarie e centri di ricerca nelle sue immediate vicinanze e produzioni agricole tipiche di eccellenza: dal pomodorino vesuviano del “Piennolo” al vino Lacryma Christi, alla floricultura.

Ecco allora cosa pensa il sindaco Ciro Buonajuto, in una lettera inviata al Corriere del Mezzogiorno, della sua città: “Negli ultimi anni, Ercolano ha vissuto un lento ma inesorabile risveglio della coscienza civile collettiva. In primis, grazie a quel nucleo di commercianti che ha detto il primo ‘no’ allo strapotere della camorra, creando un fronte unito e compatto con istituzioni e forze dell’ordine nella lotta alla malavita organizzata. Poi i giovani, che dopo aver marciato contro la camorra, hanno dato vita ad esperienze associative e imprenditoriali che uniscono legalità e creatività, coesione e attrattività turistica, ben rappresentate dall’esperienza di Radio Siani. Magistrati eccellenti e forze dell’ordine hanno permesso una drastica diminuzione dei reati e, con centinaia di arresti, hanno di fatto annullato il potere delle varie cosche camorristiche che operavano in città”.

Ma il vero prodigio che si cela dietro la candidatura di Ercolano come capitale della cultura risiede nella centralità della comunità ercolanese: difatti, il primo dossier di candidatura consegnato al Mibact è stato pensato e redatto da un gruppo di ragazzi raccolti nel locale Forum dei Giovani e nella Pro Loco Herculaneum, che hanno capito la grande opportunità che il titolo di Capitale Italiana della Cultura può giocare per Ercolano in questo momento storico. “II cuore della nostra proposta – continua il sindaco Buonajuto nella sua lettera – risiede nel concetto di democrazia culturale, nella possibilità per tutte le Ercolano del mondo di costruire un percorso di valorizzazione e promozione internazionale fondato sulla gestione condivisa e partecipata da parte di una Comunità. L’opportunità di diventare Capitale Italiana della Cultura assume per noi la dimensione di obiettivo simbolico e operativo, di stimolo creativo, di coraggiosa ambizione e di nuova consapevolezza per l’intero territorio, per poter fare ciò che ancora non si riesce a fare”.

Ecco allora le ulteriori linee guida per continuare a coltivare il “sogno” di Ercolano: “Lavoreremo per innovare la nostra offerta turistica e valorizzare l’artigianato, l’enogastronomia e l’agricoltura di qualità, per attrarre capitali e cervelli e diventare un incubatore diffuso di nuove imprese creative e culturali. Ercolano merita di diventare Capitale della Cultura Italiana, non tanto e solo per quello che ha e sta facendo, ma per quello che rimarrà sul suo territorio e nella sua comunità. Sarà la dimostrazione che, anche in tempi di crisi, una comunità consapevole e coesa può dar vita a un modello di sviluppo sostenibile e equo grazie alla solidità del suo passato e alla forza esplosiva della sua creatività”. 

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