La beffa di Ercolano: Nino Daniele non ci sta

Nella giornata di ieri la città di Mantova è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2016. In merito alla mancata designazione di Ercolano, ecco una lettera di Nino Daniele, ex sindaco di Ercolano ora assessore al comune di Napoli, affidata ai canali social.

Questo il testo integrale:

“Ercolano meritava la designazione. Non solo per il suo patrimonio storico ed ambientale. E’ comunque l’unica città al mondo ad avere nel suo territorio due siti Unesco: Vesuvio e scavi. Qui è nata l’archeologia europea nel ‘ 700 con Carlo di Borbone. Vi sono le dimore storiche dell’aristocrazia borbonica e la villa “Favorita” chiamata così proprio perché prediletta dal Re e dalla Regina. Agricoltura tipica (pomodorino, albicocca), la floricultura più bella del mondo. Anche a Sanremo e a Gardaland gli allestimenti floreali vengono fatti da floricultori vesuviani. Qui c’è uno dei più grandi tesori dell’umanità : la villa di Pisone con i suoi Papiri ed i testi di Epicuro e Filodemo. Potrei continuare per altre 50 pagine con la Reggia di Portici ed il suo primo galoppatoio al coperto quando a Vienna se lo sognavano. E la facoltà di agraria di Emilio Sereni, Rocco Scotellaro e Rossi Doria. Ma non voglio certo come tu dici rifugiarmi nel passato. Trovo sconcertante che Mantova sia stata scelta con la motivazione del turismo digitale. Ercolano è la città del Mav: il primo museo archeologico interamente virtuale famoso in tutto il mondo e invitato a collaborare dai più grandi musei del pianeta, British Museum compreso. Dal 2008 un primato italiano. Ma soprattutto Ercolano merita il titolo per la rivoluzione culturale con cui tra il 2006 ed il 2010 si è liberata da feroci ed agguerriti clan di camorra. Rivoluzione che tra difficolta (ovvie) e resistenze (ovvie) ancora permane. Ercolano grazie alla lotta di liberazione dal racket è diventata un modello di legalità e di lotta alle mafie che ha interessato tutto il mondo. Sono venuti corrispondenti e TV anche dalla Corea e dalla Cina. Ma di tutto ciò non gliene frega niente a nessuno. In Campania lo capisco. Ma anche in Italia, tranne qualche lodevole eccezione, a chi vuoi che interessi una camorra sconfitta? Sconfitta da giovani, commercianti, carabinieri, magistratura tutti insieme? A chi interessa dare valore ad una storia come questa fondata sulla scelta del denunciare e testimoniare? A sud poi! A che servono l’arte e la cultura se non a questo? Una città dove si produce una tale esperienza andrebbe aiutata a dimostrare che la legalità conviene. Regione, Governo, Confindustria, Grandi Istituzioni culturali dovrebbero sostenerla sulla via del riscatto. Ma state tutti sicuri che facendo tesoro degli errori gli ercolanesi  (compresi gli ercolanesi ad honorem – cioè io -) ce la faranno lo stesso.

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