Malalengua. Il nuovo spettacolo di Federico Salvatore

Prosegue la stagione del Teatro Lendi di Sant’Arpino, in provincia di Caserta, con “Malalengua”, lo spettacolo di Federico Salvatore, in programma da mercoledì 9 a venerdì 11 gennaio 2019, alle ore 21.00, in cui l’artista napoletano porta in scena il bello del brutto di Napoli.

Ad accompagnarlo sul palco la band composta da Menotti Minervini (basso e contrabbasso), Giacomo Anselmi (chitarre), Luigi Zaccheo (piano e tastiere) e Daniele Iacono (batteria e percussioni).

La malalengua non è solo l’odio mascherato dei maldicenti, ma anche la lingua inchiodata di un Pulcinella sputaveleno, che scaglia dal cielo un diluvio di sputi (metafora di acqua lustrale) sulle memorie labili dei napoletani di oggi.

Un Pulcinella smascherato che porta in scena tutte le contraddizioni che rendono Napoli diversa dal resto del mondo. La città-femmina, eterna Lucia canazza, umiliata e vilipesa, che incarna tutti i 50 sinonimi di prostituta che i napoletani hanno rivolto alle malefemmine durante i secoli. E, come contraltare mistico, confronta il Cristo flagellato (Ecce homo) con il calvario della sua città natale (Ecce Napoli).

Se è Napoli la bella addormentata nel Sud da risvegliare, Pulcinella contrappone al leitmotiv turistico “Vedi Napoli e poi muori”, la sua doviziosa disamina del chitemmuorto.

Ma è anche una malalingua racconta favole: come quella d’Italia che, sedotta da uno scimpanzè, mette al mondo i due fratelli coltelli Nordista e Sudista; come quella delle carte da gioco umanizzate, con le stesse peculiarità dell’uomo; come la battaglia fra tutti gli elementi di un fritto misto per dileggiare il mondo malavitoso napoletano; o come quella dei sei regali che il Padreterno concede al re, al papa, al soldato, al mercante, al povero e alla femmina.

Insomma, un cantattore che a colpi di versi e rime ha l’illusoria pretesa di destare le coscienze dei suoi coetanei e l’interesse della nuova generazione dello Smartphone.

Nella vita, come sul palcoscenico, approfittando della libertà che la società ha sempre concesso ai buffoni di corte e ai pazzi, Federico Salvatore si è sempre posto fuori da ogni regola e, con Malalengua, conferma ancora una volta il suo stile ostile.

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