Un decreto del ministero delle Politiche Agricole e Alimentari, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha formalmente riconosciuto il Consorzio “Gragnano Città della Pasta” come Consorzio di Tutela.
Il Consorzio riunisce 14 produttori che hanno all’attivo, ogni giorno, 3.500 quintali di pasta Igp, pari a 3 milioni di piatti, con un fatturato totale annuo di 300 milioni di euro in continua crescita, ed una quota export del 75%.
Il boom dei prodotti italiani degli ultimi anni ha visto il Consorzio segnare un +7,2% nel biennio 2016/2017, con un trend positivo continuato anche nel 2018. Dati che mettono oggi Gragnano all’11/mo posto a valore tra le Dop e le Igp nazionali.
“Il riconoscimento ufficiale del Consorzio darà nuovo impulso alla nostra attività. – ha commentato Massimo Menna, presidente del Consorzio – Questo importante risultato è un grande stimolo a lavorare sempre di più per la valorizzazione della Pasta di Gragnano e della Città della Pasta sia in Italia che all’estero”.
I 14 soci del Consorzio Gragnano Città della Pasta si ripartiscono tra piccole realtà artigianali e top player del mercato. Uniti nel difendere i valori dell’artigianalità e della tradizione, oggi codificati nel severo disciplinare Igp che protegge una produzione legata a questo luogo fin dal XVI secolo; da qui sono partite tutte le principali innovazioni dell’industria nazionale a cominciare proprio dalle celebri trafile al bronzo.
Nel 2003 la prima unione nel ‘Consorzio Gragnano Città della Pasta’ delle aziende storiche, eredi dei primi pastifici di 500 anni fa, e nel 2013 il conferimento dell’Indicazione Geografica Protetta. “La differenza rispetto al riconoscimento del 2013 – ha spiegato il presidente della Cooperativa dei Pastai Gragnanesi, Giuseppe Di Martino – è che ora si riconosce il ruolo del consorzio come unico promotore e tutelante della pasta di Gragnano Igp, sostituto del ministero e ente ufficialmente riconosciuto. Ma la cosa che più mi inorgoglisce è che finalmente 15 anni della mia vita hanno ora il sapore di una storia scritta”.